Erano oltre due milioni e mezzo i «concubini» in Italia a metà degli anni Sessanta, tutti in attesa della più che necessaria legge sul divorzio, in vigore solo dal dicembre 1970. L’Espresso affrontò più volte il tema, attraverso inchieste e indagini sul matrimonio. Riuscì a quantificare un grande numero di cittadini disposto a testimoniare la propria attesa, come nel numero del 2 febbraio 1964, dal titolo di copertina “Il divorzio in Italia”, appunto. Seguendo un modello di prima pagina consolidato in quegli anni, accanto all’apertura, a sinistra, L’Espresso pubblicava inoltre la rubrica di attualità “Il momento”, in questo caso dedicata alle relazioni diplomatiche tra Francia e Cina volute da De Gaulle nonostante il parere contrario della Nato e del governo statunitense. Nel taglio basso, invece, trovavano spazio i rimandi agli articoli interni, dal reportage di Gianni Corbi a Cuba, cinque anni dopo la rivoluzione castrista, fino all’inchiesta di Paolo Glorioso sui tempi (lenti) delle Poste italiane. Unica immagine in copertina del numero 5 del decimo anno di vita del giornale è il volto di Maria Callas, appena tornata sulle scene dopo una lunga pausa. La sua interpretazione della Tosca fu un evento memorabile, atteso da migliaia di ammiratori e accolto da circa quaranta minuti di applausi al Covent Garden di Londra.
Abbiamo raccolto una selezione delle copertine più iconiche, suddivise per decennio. Scorretele, sarà come passeggiare nel tempo. E votate quelle che, secondo voi, sono le migliori. Ogni mese, sbloccheremo un nuovo decennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. Le copertine più apprezzate diventeranno le protagoniste di una mostra dedicata ai 70 anni de L'Espresso.
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