Negli Stati Uniti due blogger hanno intrapreso una crociata contro gli svarioni su cartelli stradali e insegne. Catalogandone oltre 400 e correggendone personalmente più della metà. Vuoi diventare anche tu un cacciatore di errori? Fotografa le brutture della tua città
Tutto è cominciato in un pomeriggio d'estate di tre anni fa, a Hanover, New Hampshire. Jeff Deck esce di casa per una passeggiata, magari un hotdog, ma non riesce nemmeno a raggiungere Davis Square. Un grosso cartello bianco e rosso si mette in mezzo tra lui e la sua destinazione. Impossibile non notarlo, non essere irritati da quell'ingombrante sfoggio di sciatteria linguistica: "No Tresspassing", una 's' di troppo folgora Jeff sulla strada per un hot grill e apre una stagione di caccia, "la grande caccia all'errore".
Prima di diventare un libro - The Great Typo Hunt, da poco nelle librerie statunitensi - l'impresa è stata un viaggio attraverso il Paese e le sue derive grammaticali. Una vera e propria crociata, che Jeff Deck e il sodale Benjamin D. Herson hanno intrapreso armati di pennarelli, bianchetto, gessetti, pastelli e penne. Due mesi e mezzo dedicati a esplorare piccole e grandi città per correggere colpe morfologiche e stoltezze ortografiche: ne hanno trovate 437 e sono riusciti a emendarne più della metà. A volte era impossibile metterci le mani, perché la correzione richiedeva una strumentazione più sofisticata e un intervento più complesso, a volte invece gli autori degli errori nel mirino della coppia di nuovi 'crusconi' non la prendevano affatto bene e non gli permettevano di avvicinarsi al loro strafalcione.
Confusioni tra pronomi personali e possessivi, tra genitivi e plurali, abuso di virgole e apostrofi, trasposizioni e omissioni, tutti insieme rappresentavano per Jeff "una malattia sociale che reclamava giustizia". Quel primo cartello che gli aveva tolto l'appetito lo aveva visto di sicuro decine di volte, senza soffermarsi - perché questo è il rischio, la pigra tolleranza, l'assuefazione - fino a che il colpo è arrivato più a fondo, gli ha aperto gli occhi e lo ha risvegliato alla sua missione. "E se facessi qualcosa?" si è chiesto davanti alla doppia s. "Di sicuro altri prima di me si sono resi conto che c'era un problema nell'inglese moderno", hanno notato l'ondata di errori grammaticali e ortografici che invadeva trasmissioni televisive, libri umoristici e siti internet, ma nessuno si è mai preso la briga di correggere qualcosa. "Mi sono visto, armato di pennarello nero, iniziare una campagna di sacra distruzione degli errori". E non nel vicinato, e neanche nell'area di Boston o della Baia, ma nella nazione intera: "Volevo cambiare il mondo, una correzione alla volta".
Deck e Herson, che in questi giorni stanno girando nuovamente gli States per promuovere il libro raccogliendo consensi ovunque, hanno fondato la TEAL - Typo Eradication Advancement League - che ha l'obiettivo di eliminare gli errori, ma anche quello di promuovere un movimento di "consapevolezza editoriale". "Saremo sempre li fuori a correggere - dichiarano negli intenti - ma il traguardo più importante è portare tutti a farlo". Avendo cura di chiedere il permesso prima di intervenire, precisano. Gli errori sono dappertutto, basta aprire gli occhi. I crociati possono sfoderare educatamente il pennarello, i testimoni sguinzagliare liberamente la macchina fotografica.
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