Immaginatevi di essere nelle campagne dell'Ohio, in Usa, nel 1930. È agosto e una certa signora Armstrong ha appena avuto un bambino, che ha chiamato Neil. La andate a trovare con un mazzo di fiori. Oltre agli auguri, le dite che il suo bel bambino, un giorno, camminerà sulla Luna. Ma lei vi prende per pazzi, e ridacchia imbarazzata. Invece, 39 anni più tardi Neil Armostrong cammina davvero sulla Luna. Quattro anni dopo la vostra visita nell'Ohio, in un kolkoz vicino a Smolensk, nell'Unione Sovietica, una contadina della "fattoria collettiva", Anna Gagarina, il 9 marzo, ha partorito il suo terzo figlio, Yuri Alexeyevich. Più difficile andarla a trovare con dei fiori, in marzo a Smolensk, nel 1934, ma immaginate di farlo e dirle: "Compagna Anna, tuo figlio Yuri sarà il primo uomo nello spazio". La spaventereste, spingendola a farsi di nascosto farsi il segno della croce ortodosso. Invece, anche qui, 27 anni dopo Yuri è in orbita.
Bene, ci crediate o no: oggi, il bambino (o la bambina) che camminerà su Marte è già nato. Dove, non lo sappiamo, anche perché sarà più di uno. Certo, non sappiamo neanche come sarà il mondo, tra trenta o quaranta anni. In fondo, nello spazio e sulla Luna ci siamo andati perché c'era la Guerra fredda, e speriamo che non torni. Di sicuro sappiamo che, pur tra tutto quello che ci resta da scoprire, vorremo capire i pianeti, e Marte in particolare. Soprattutto se, tra pochi anni come potrebbe succedere, i prossimi robot marziani di Nasa ed Esa ci daranno indicazioni di vita elementare, passata o presente, su Marte.
Lo studio di vita extraterrestre sarebbe la più grande occasione mai avuta per la scienza umana. Anche perché se, su Marte o altrove (anche sulla Terra), trovassimo una vita diversa dalla nostra, saremmo più vicini a capire che cos'è, la vita. E allora vorremo mandarci qualcuno, a guardare sotto i sassi di Marte. Non si conoscono ancora questi qualcuno: sono appena nati, magari in Cina, India, Usa, Russia (o Italia, chissà). Ma forse partiranno insieme.