Il parere della ricercatrice senatrice a vita e direttore del centro di ricerca sulle cellule staminali dell'Università di Milano
Molti tra i migliori scienziati di questo Paese – quelli che lavorano davvero per i malati rifiutandosi di propinare loro false illusioni – vanno da mesi dicendo una sola cosa: il metodo Stamina è una truffa ai danni dei malati e dello Stato, che sta erodendo fondi alle cure certificate per somministrare detriti cellulari e fisiologica (quando va bene). Alcuni tra questi scienziati hanno preso parte alla Commissione che ha valutato ?il “metodo Stamina”.
Incredibilmente il Tar ha deciso che nell’esprimere il loro giudizio questi colleghi non sono stati “imparziali” perché – citando la felice metafora di Giuseppe Remuzzi – già prima di entrare ?in commissione si erano macchiati della vergognosa colpa di dichiarare che 5+3 faceva 8 e non 2, come sosteneva Stamina. Ma ci rendiamo conto che alcuni dei nostri migliori clinici e biologi hanno dovuto leggere un testo prodotto da persone prive di competenza? E ci rendiamo conto che, mentre siamo di fronte al vincolo sacro della “segretezza” per il quale Stamina Foundation non divulga i suoi protocolli, il “metodo” Vannoni è già noto da mesi, raccolto in una domanda di brevetto che fa ridere il mondo? Tanto che negli Usa è stata rifiutata.
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Ora il ministro cerca altri scienziati più imparziali, capaci cioè di valutare bene – senza il condizionamento nefasto di una qualche cultura scientifica -– se 5+3 fa 8 ?o non forse, magari perché no, 2.
La verità è che ci troviamo di fronte ad un gigantesco esperimento di manipolazione ?e persuasione di massa. Purtroppo ben pochi politici e giudici si accorgono del rischio che il Paese corre. Perché se Stamina vincerà la sua battaglia e il cocktail verrà dispensato ovunque a spese del Ssn si aprirà una finestra dalla quale tutto potrà passare. E il nostro Servizio sarà nel mirino di predatori ansiosi di proporre le loro pozioni simil-Stamina, magari meglio confezionate, ma egualmente inutili. Cocktail di staminali mesenchimali (o perché no, anche di cordonali, amniotiche, adipose, magari nemmeno verificate ma facili da recuperare) somministrati a malati italiani e per molte malattie, senza alcun metodo razionale, senza alcuna verifica preclinica, senza alcuna fatica scientifica e sperimentale che convinca della verità di ciò che si propone. Tutti dietro alle arroganti illusioni di coloro che – ben celando più prosaici obiettivi - sostengono che si debba arrivare al malato “prima”, cioé prima di avere certificato ?che abbia senso farlo, illudendo che questo sia per il suo bene.
Se queste pozioni a base di staminali dovessero essere riconosciute come rimborsabili dal Ssn non vi sarebbe alcun vantaggio per il paziente, perchè non vi è alcuna evidenza che possano curare. Ma qualcuno ha fatto il conto: 4 miliardi di euro di spesa a carico del Ssn. E il rischio è il suo collasso. Perché una delle nostre più grandi conquiste civili rischierà di grosso.