Un semplice test di laboratorio, non una sperimentazione, come invece Davide Vannoni ha più volte annunciato. Niente che possa dare risposte certe sull’efficacia del metodo Stamina. Quello che farà Camillo Ricordi - il celebre scienziato direttore del Diabetes Research Institute di Miami e tra i massimi esperti al mondo di trapianti di isole pancreatiche - sarà valutare cosa contiene il preparato del metodo Stamina, e se è sicuro abbastanza per poter essere somministrato a dei pazienti. Questo ci ha raccontato Ricordi e questo emerge dal carteggio tra lo scienziato e Stamina, scambiato nel corso delle ultime settimane, che “l’Espresso” ha potuto consultare. E che mette la parola fine alle elucubrazioni su quanto Ricordi sia o non sia pro-Stamina. Perché, parola sua, «il nostro lavoro non potrà neppure essere considerato uno stadio preliminare che può dire se fare o non fare una sperimentazione. Dai nostri risultati non potrà venire una risposta ?in tal senso».
Non solo, Ricordi non risponde neanche alla domanda su che cosa potrà venire dopo che lui avrà esaminato le cellule di Vannoni: tiene solo a precisare che le sue sono solo analisi per capire cosa contiene il preparato. Ed è chiaro che quello che lui fornisce a Stamina è un servizio “tecnico” non un supporto politico o scientifico.
Cominciamo allora a leggere le mail. Si scopre che in primo luogo a Miami si occuperanno della tossicità del cocktail. Già, perché uno dei paradossi della vicenda è che in un ospedale pubblico, a Brescia, ci sono malati che ricevono un trattamento di cui nessuno sa se, ancor prima di essere efficace, è almeno sicuro e non tossico; insomma, non provoca più danni dei benefici che promette. Il comitato scientifico del ministero della Salute che ha bocciato il metodo e ha convinto il ministro Beatrice Lorenzin a fermare la sperimentazione ha sottolineato come, dal momento che nella preparazione delle cellule vengono usati antibiotici, Stamina deve dimostrare che il preparato finale non sia nocivo per il paziente. Ma Vannoni questa prova non l’ha mai fatta. E oggi chiede che venga eseguita da Ricordi.
Così nella mail che Stamina invia a Miami si legge a proposito della sicurezza del cocktail: «Dobbiamo documentare l’assenza di batteri classici e di contaminazione da micoplasma e verificare la presenza di endotossine direttamente sulle cellule preparate per l’infusione e non solo sui surnatanti (la parte liquida della preparazione n.d.r.)».
Ma non è tutto. Le richieste che Stamina Foundation fa al laboratorio di Miami sono molte e complesse. Chiede di valutare se le cellule contenute nell’infusione sono capaci di dividersi o no, e la loro stabilità genetica. «Non abbiamo mai valutato il profilo di espressione genica delle nostre cellule. Non sappiamo se, a livello molecolare, le nostre cellule esprimono marker critici, per esempio i marker ESC che sono fattori di trascrizione fondamentali di solito espressi dalle cellule pluripotenti per mantenere il loro stato indifferenziato o la loro “staminalità”», ammette Stamina. Il che, fuori dallo scientifichese, significa che si sa poco o niente di queste cellule.
Certamente non si sa se sono in grado di trasformarsi in neuroni. E avere quindi la potenzialità terapeutica che Vannoni vanta.
Insomma, a Miami arriva una richiesta davvero impegnativa. Alla quale Ricordi, con spirito pratico e forte dell’esperienza pluriennale in questo campo, risponde sì positivamente, ma ponendo dei limiti. «Per non impiegare troppo tempo e denaro penso che si debba ridurre significativamente il numero dei test proposti», scrive l’immunologo a Vannoni. Così nel giro di un mese si potranno avere delle risposte. E non si perderà tempo prezioso dietro miraggi. Per questo non si può parlare di sperimentazione e, ci tiene a sottolineare Ricordi, neanche di studio preliminare per decidere se fare o no ?la sperimentazione sugli umani. A Miami guarderanno dentro i preparati per capire cosa c’è, se ci sono segnali che queste cellule si possano trasformare in neuroni ?e valuteranno se il preparato è sicuro. Poi metteranno i risultati a disposizione di tutti. Solo se i dati saranno positivi si potrà pensare a intraprendere la lunga strada dell’approvazione per una terapia di questo tipo, anni di studi e milioni di euro di investimenti. Ricordi lo sa, e infatti prima ?di esporsi aspetta di vedere Vannoni varcare ?il portone di Miami e di capire quali carte ?ha davvero in mano.