Memoria

Il nazismo? Per spiegarlo ai ragazzi serve il teatro

di Lara Crinò   29 gennaio 2015

  • linkedintwitterfacebook

La seconda tappa del viaggio verso Auschwitz che l'Espresso sta facendo con i ragazzi delle scuole è a Cracovia. Dove si inscena, per le strade della città vecchia, il clima che portò all'avvento del nazismo

All'angolo di una strada del centro storico di Cracovia, un ragazzo fuma una sigaretta. Indossa un grembiule da cameriere, un cappello, un vecchio pastrano. E racconta: “Lavoro in una delle più antiche birrerie di Monaco. L'altra sera, il locale era pieno, c'era un comizio, quando a un certo punto si è sentito uno sparo. Ed è entrato lui, Adolf Hitler”.

I ragazzi, una cinquantina, sono raccolti a cerchio attorno a lui, ma un po' a distanza, come a segnare il confine tra finzione e realtà, tra presente e passato. Ascoltano in silenzio, poi applaudono, gli applausi attutiti dai guanti. Si rimettono a camminare. Tra poco, in una piazza, davanti a un cinema o a una banca, incontreranno un altro attore che racconterà loro un altro pezzetto della storia, che li farà tornare per qualche ora nel clima che preparò l'avvento del nazismo, le leggi di Norimberga, la tragedia della guerra e dell'Olocausto.

[[ge:espresso:visioni:cultura:1.196389:article:https://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2015/01/26/news/da-fossoli-a-auschwitz-l-espresso-con-il-treno-della-memoria-1.196389]]Il viaggio del Treno della Memoria organizzato dall'associazione Terra del Fuoco che l'Espresso ha deciso di seguire fa tappa qui, a Cracovia, prima di approdare ad Auschwitz. In queste giornate, ci spiega Roberto Forte, vice presidente dell'associazione Terra del Fuoco che lo coordina in tutta Italia (questo gruppo è composto da 700 ragazzi pugliesi, divisi per gruppi, e altre scolaresche delle superiori, provenienti da tutte le regioni, seguiranno nei prossimi mesi) si fa con i ragazzi un percorso a tappe.

La prima, per loro, è stata in Italia: nel campo di Fossoli o nella risiera di San Saba. Poi ci sono le due giornate a Cracovia e infine la visita al lager di Auschwitz. Una sorta di avvicinamento, emotivo e di conoscenza, al buco nero della storia del Novecento, che non a caso parte da una sorta di gioco di ruolo, di recitazione collettiva. Lo scopo, spiega ancora Forte, non è semplicemente 'insegnare' la storia ai ragazzi (“A questo pensa la scuola”), ma – e a questo Terra del fuoco tiene molto, lavorando in Italia anche ad altri progetti di inclusione sociale – formare la 'cittadinanza attiva'. Insegnare ai ragazzi a riconoscere i sintomi dell'indifferenza che scivola nella violenza e della propaganda politica che si trasforma in verità, per proporre invece un modello diverso.

“Il lavoro insieme ai ragazzi comincia in Italia, con vari incontri nelle scuole prima della partenza” spiegano dall'associazione, che quest'anno festeggia il decennale dall'inizio delle attività del Treno della Memoria “e parte da una domanda: come facciamo a fare della memoria, che per le nuove generazioni è necessariamente mediata, qualcosa di fertile per il futuro?”. Bisogna renderla viva, e quest'esperienza di viaggio e di condivisione deve servire a questo.

Divisi per gruppi, guidati da un centinaio di volontari poco più adulti di loro che li accompagnano, camminano nel freddo invernale della città vecchia. Incontrano un ragazzo, le mani strette intorno alla giacca per ripararle da freddo, che racconta la crisi della repubblica di Weimar attraverso la povertà della sua famiglia. Poi, nella grande piazza del Mercato, una coppia borghese che va a votare per i nazisti “perché sono l'unica speranza per far tornare grande la Germania” e liberarla dai suoi nemici, primi fra tutti gli ebrei. Accanto a un grande muro chiaro, c'è un attacchino che il partito di Hitler paga per riempire la città di manifesti. Rivolto ai ragazzi, prima di voltarsi per spargere un'immaginaria colla sul muro, li mette in guardia: “Ricordate cosa dice Goebbels: una menzogna ripetuta all'infinito diventa la verità”. Prima lezione, non solo per i ragazzi, su quanto sia facile diventare indifferenti. E diventare da cittadini sudditi, e peggio esecutori.

Twitter @LaraCrino