A Bordeaux, nella prima libreria di Francia. Con 25 milioni di fatturato e due milioni di libri venduti all'anno, uno straordinario modello di successo
«Non sono assolutamente preoccupato per il futuro».
A dirlo non è il proprietario di una start up di successo, ma molto più incredibilmente un... libraio. Sì, proprio un libraio tradizionale, di quelli che vendono libri di carta in un negozio affacciato su una strada. In un periodo in cui tutti i protagonisti del mercato editoriale si dicono inquieti per i destini del libro e della scrittura, lui, Denis Mollat, proprietario della celebre omonima libreria di Bordeaux, è un libraio felice e ottimista. Uno che di anno in anno, crisi o non crisi, vende sempre più volumi. E mentre Cassandre più o meno attendibili ipotizzano scenari catastrofici, fino alla scomparsa pura e semplice dell’oggetto libro, Monsieur Mollat, dall’alto dei suoi 25 milioni di fatturato all’anno, guarda al futuro senza paura, fa progetti e ricorda che con i libri si può ancora guadagnare..
A Bordeaux la Mollat è una vera e propria istituzione che l’anno prossimo festeggerà centoventi anni d’attività.
«È il Graal, l’Olimpo, il Walhalla, il monte Sumero della libreria francese», ha scritto Jean D’Ormesson, che come tanti altri scrittori vi ha presentato molte volte le sue opere. Prima libreria indipendente di Francia per fatturato, nei suoi 2.700 metri quadri (ogni metro quadro fattura più di 9.250 euro l’anno) si allineano 18 km
di scaffali, sui quali stanno in bella mostra 180mila titoli per un totale di 350mila volumi. C’è di tutto: dal manuale di giardinaggio al romanzo di successo, dalla raccolta di poesie al libro di architettura, dal fumetto
al saggio di economia, perché in questa grande arca della pagina scritta, ciascuno deve poter trovare il libro che fa per lui.
È così che ogni anno vende quasi due milioni di volumi. Spiega il proprietario: «Solo un’offerta molto ricca permette di resistere alla crisi e alla concorrenza di giganti come Amazon. Dei volumi che ci vengono richiesti, quasi l’85 per ceto lo abbiamo già in scaffale: è uno dei motivi per cui i clienti tornano da noi». Ad accogliere, orientare e consigliare i numerosissimi lettori ci pensa poi una schiera di cinquantacinque librai, tutti laureati, con un master e una specializzazione in gestione della libreria, capaci di dare i consigli più sofisticati, ma anche di vendere i libri di maggior successo. Senza pregiudizi e rispettando ogni lettore. Quando un anno fa, alcuni librai francesi decisero di boicottare il libro della ex compagna di François Hollande, Valérie Trierweiler, “Grazie per questo momento”, considerato un condensato di gossip infamante per il presidente della repubblica, Mollat invitò l’autrice tanto contestata a presentare l’oggetto dello scandalo: «I librai non devono essere né censori né guardiani del tempio. Noi proponiamo autori per ogni tipo di pubblico, scrittori popolari e scrittori raffinati. Per conquistare nuovi lettori e far entrare in libreria i più refrattari, occorrono anche libri come quello della Trierweiler. Certo, poi abbiamo i nostri gusti che cerchiamo di condividere con i clienti, magari proponendo loro libri di maggior qualità».
Per diffondere i suoi apprezzati consigli di lettura, la libreria si è lanciata da tempo nel mondo delle nuove tecnologie. Ricchissimo d’informazioni, notizie, proposte, blog, filmati e materiali di ogni tipo, il suo sito internet è frequentato ogni anno da 1,3 milioni persone, per un totale di 5,2 milioni di pagine visitate. Senza dimenticare la newsletter che raggiunge regolarmente 140mila abbonati, gli oltre 13mila amici di Facebook e i 20mila che seguono le attività della libreria su Twitter e Instagram. «Cerchiamo di essere competenti anche nel mondo delle nuove tecnologie», chiosa Mollat, che dal sito, oltre a vendere gli ebook (per ora un mercato marginale attestato all’1,5 per cento del totale), vende moltissimi libri di carta.
In rete sono anche disponibili le registrazioni degli oltre 250 incontri con gli autori proposti ogni anno nella
sala da un centinaio di posti al primo piano della libreria, incontri ritrasmessi in diretta sul sito e poi disponibili
in podcasting. «Il sito è importantissimo: la libreria virtuale svolge ormai un ruolo fondamentale. Anche per questo abbiamo una corrispondente a Parigi per filmare e intervistare gli autori che non possono venire a Bordeaux». D’altronde, il libraio è convinto che sempre più la libreria debba aprirsi all’esterno e diventare
un luogo d’incontro e di attività culturali: «L’offerta e la qualità del servizio sono indispensabili, ma bisogna proporre ai clienti molto di più. Solo così continueranno ad entrare in libreria».
Per Mollat l’innovazione è la condizione necessaria per far vivere la tradizione. Quella del bisnonno, che nel 1896 avviò l’impresa familiare rilevando una piccola libreria e spostandola poi all’attuale indirizzo nel cuore storico della città: centoventi metri quadri al piano terra di un edificio sorto dove in passato aveva abitato niente meno che Montesquieu. Da allora la libreria non ha fatto che ingrandirsi, acquistando via via i negozi vicini.
E quando nel 1989, le redini dell’impresa passano nelle sue mani, il giovane e dinamico Denis avvia una titanica ristrutturazione per riunire i diversi negozi in un unico grande spazio. «In trent’anni siamo arrivati agli attuali 2700 metri quadri. Ma all’interno abbiamo conservato spazi diversi, come tante piccole librerie specializzate l’una affianco all’altra e comunicanti tra loro. Abbiamo riservato le zone di maggior passaggio
ai libri da grande pubblico, mentre abbiamo spostato quelli più specializzati in zone più appartate. Il reparto letteratura è rimasto però sempre nello stesso posto, con alcuni degli scaffali delle origini.» Negli anni la libreria ha accompagnato, e talvolta anticipato, l’evoluzione del mercato. Così il reparto dischi si è progressivamente ristretto, tanto che ormai rappresenta solo il 3 per cento del fatturato (dove però il 60 per cento delle vendite è rappresentato dalla musica classica, il che offre un indizio sul tipo di pubblico che frequenta la libreria).
Mollat per altro riconosce volentieri che una libreria di successo non nasce nel vuoto. E infatti in Francia si legge molto più che in Italia, dato che 7 francesi su 10 dichiarano di leggere almeno un libro all’anno (da noi sono appena più di 4). Inoltre, se dal 1990 il fatturato della libreria Mollat è più che raddoppiato, è anche grazie al dinamismo economico-culturale di Bordeaux, una città di 250.000 abitanti (ma nell’area urbana vivono più di un milione di persone), al cui centro c’è un’area pedonale di ottanta ettari, la più grande di Francia. Proprio qui si trova la libreria Mollat che ha approfittato della rinascita economica di tutta la zona: «Quando è entrata in funzione la nuova linea del tram che passa proprio davanti al nostro negozio, clienti e vendite sono subito aumentati», ricorda il proprietario, che ha anche approfittato della chiusura, due anni fa, del grande megastore Virgin.
Così, mentre negli ultimi due anni il mercato del libro francese è arretrato del 3,8 per cento Mollat ha continuato a crescere. E per l’anno prossimo, quando festeggerà il centoventesimo anniversario, non mancano i progetti ambiziosi. Verrà aperto un centro culturale ricavato da un vecchio garage a pochi passi dalla libreria, in cui oltre agli spazi per mostre e incontri, sarà allestito un piccolo studio televisivo. La libreria inoltre vuole lanciarsi nel mondo del Big Data per utilizzare meglio l’enorme massa d’informazioni
di cui dispone. «Cercheremo di conoscere meglio i nostri clienti, i loro gusti, i loro interessi, i loro acquisti,
in modo da elaborare un marketing più efficace e fare loro proposte più pertinenti», conclude Mollat, libraio felice convinto che il libro abbia ancora davanti a sé un lungo avvenire. «In futuro si leggerà in maniera diversa e forse interi reparti della libreria spariranno: è già accaduto per il diritto e le scienze, che ormai sono quasi del tutto in formato digitale. Ma ciò non significa la fine del libro e della lettura. Si continuerà a leggere, a patto però che si sappia trasmettere la passione della lettura alle nuove generazioni.»