È cambiato ben poco dal “Processo per stupro” al caso Asia Argento: la vittima diventa colpevole, il "morsetto" diventa "leccatina" e la televisione si nutre delle accuse alle donne. Fino al gioiello regalato da Bruno Vespa

Era il 1979 quando la Rai mandò in onda il documentario “Processo per stupro”. La vittima, Fiorella, sequestrata e violentata per quattro giorni, veniva messa alla sbarra perché alle brave ragazze queste cose non possono succedere. Ai telespettatori venne mostrato, con la lucida verità delle riprese, una vittima che col passare delle arringhe diventava talmente colpevole da doversi difendere. «Signori miei, una violenza carnale con fellatio può essere interrotta con un morsetto. L’atto è incompatibile con l’ipotesi di una violenza. Tutti e quattro avrebbero incautamente abbandonato nella bocca della loro vittima il membro, parte che per antonomasia viene definita delicata dell’uomo. È lei che prende, è lei che è parte attiva, sono loro passivi, inermi, abbandonati, nelle fauci avide di costei!» disse nella sua arringa l’avvocato degli stupratori.

Un documento, trasmesso all’epoca in prima serata tanto sconvolgente quanto inutile. Perché a distanza di 38 anni non sembra essere cambiato granché.

Dopo la denuncia di Asia Argento la nostra piccola scatola televisiva si è riempita a dismisura di giudizi e crocifissioni, commenti con l’accetta e disquisizioni più basse che alte, che si pensava appartenessero a un passato remoto. Un florilegio a ritmo continuo di “Non moriva di fame, non aveva bisogno del pane. Ma non ha rinunciato, per vanità, per un lancio di carriera e volgarmente, l’ha data”. E ancora: “Questa chiagne e fotte, chiagne e fotte”. “Non siamo qui per giudicare? E allora che ci siamo venuti a fare” Evidentemente le faceva comodo, evidentemente”. “Ha raccontato di avere paura... perché mordeva?”.

E sorvolando per dignità sulla «leccatina che fa tanto piacere», mentre le ore scorrono e il palinsesto si comprime, si arriva al gioiello finale di Bruno Vespa, artista dell’implacabile Porta a Porta: «Le donne sono sempre stata attratte dal potere. Mussolini ogni pomeriggio riceveva un’attrice. E c’era la coda. Qualcuna riceveva delle piccole somme in denaro, ma era l’idea del potere. Quindi il punto è: le donne per fare carriera dove devono fermarsi?». Nel ringraziare per la domanda verrebbe quasi voglia di rispondere. Ma forse è meglio aspettare il prossimo processo.
vespa-jpg

LA TV IN PILLOLE

Ho visto cose belle
"The Deuce", la nascita del porno nella New York anni Settanta. Da vedere (Sky Atlantic) per almeno tre motivi: Candy, la prostituta consapevole, di se stessa, del suo corpo, del suo mestiere antico. James Franco, nei panni del gemello Vincent Martino. E James Franco che fa il gemello Frankie. Una prova d’attore che vale doppio

Ho visto cose brutte
Tra le facce gommose di Tale e Quale si paga la tassa Gabriele Cirilli in versione fiabesca. Cirilli Ariel, Cirilli Shrek, Cirilli Ape Maia. Ma è un personaggio solo, passa in fretta. Quasi insostenibile invece è la moltiplicazione. Dopo aver visto i sette Cirilli diventare sette nani, non resta che tifare con forza per sette mele della strega cattiva.