Pensateci: dovendo dare una alternativa secca, dite: “O la va o la spacca!” oppure “O la va piuttosto che la spacca!”? La prima, vero? Ecco, vi siete risposti da soli

L’avventurosa storia del piuttosto (e del piuttosto che)

La storia del piuttosto in italiano è una di quelle curiose vicende che ricordano le biografie di certi fanciulli nati bene che con il tempo cambiano strada, forse si fanno traviare dalle compagnie e finiscono in brutti giri. Infatti il nobile piuttosto, oggi, si trova ficcato in frasi bislacche e viene totalmente travisato nel suo significato preciso.

‘Piuttosto’ in italiano è un avverbio di antica tradizione. È figlio di “più”, di cui rappresenta un rafforzativo, e di “tosto”- cioè presto, veloce - e nel senso originale significava quindi “più velocemente”, “più presto”. Nel corso di qualche secolo si è allargato nell’uso, fino ad indicare “più facilmente”, “più spesso”, “più volentieri” e anche genericamente “molto/molto di più”, come nei casi delle frasi: è piuttosto tardi; viene piuttosto spesso.

Siccome è un tipo socievole, piuttosto ha stretto negli anni una fruttuosa amicizia con il che, e i due hanno formato un duo, il piuttosto che. Il piuttosto che serve ad indicare una preferenza fra due cose: piuttosto che uscire, preferisco rimanere sdraiato sul divano; piuttosto che mangiare quella roba, salto il pasto. Il piuttosto ha anche una lunga storia di frequentazione con la o disgiuntiva e specie nelle frasi interrogative i due stanno spesso assieme: Vuoi questo o piuttosto quello? Il pasticcio succede quando nel linguaggio comune si mettono assieme e si frullano le due cose.

Ormai da qualche anno c’è gente convinta, soprattutto nel Nord Italia, che il piuttosto che sia una variante della semplice o disgiuntiva o di oppure. Nascono allora frasi assolutamente bislacche, come per esempio: vuoi parlare con la mamma piuttosto che con il papà? Perché discriminare i neri piuttosto che gli zingari? Ecco, ragioniamoci su queste due frasi: scritte così sembra che introducano in qualche modo un criterio di preferenza: nella prima il povero papà sembra considerato inferiore alla mamma (e sì, vabbe’, siamo in un paese di mammoni, ma via, non è carino!); la seconda pare quasi una levata di scudi razzista che invita a discriminare tutti allo stesso modo, che diamine!

Italiano Espresso
Non discriminiamo il 'lei'
27/3/2017
Quindi ricapitoliamo: il piuttosto che non va usato come sostitutivo di o e di oppure. Ha un significato diverso: indica una preferenza fra due scelte, non una semplice alternativa. Del resto, pensateci: dovendo dare una alternativa secca, dite: “O la va o la spacca!” oppure “O la va piuttosto che la spacca!”? La prima, vero? Ecco, vi siete risposti da soli.

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