Atmosfere eteree, suggestioni nordiche, suoni dilatati, testi trasgressivi. «Sono arrivata in città con uno spazzolino elettrico premuto sul mio clitoride», canta Jenny Hval in “Engines in the City”, il brano che apre il suo primo album, “Viscera”. E ora torna con il nuovo “Blood Bitch”, che ha già conquistato la stampa internazionale con le sue storie sanguinarie in bilico tra realtà, fantasia e fiction cinematografica.
L’artista norvegese, che spazia dal black metal al pop più raffinato, incarna al meglio lo spirito di Spring Attitude, il festival internazionale di musica elettronica e cultura contemporanea giunto all’ottava edizione, a Roma dal 25 al 27 maggio, ospitato al MAXXI e nello spazio di fronte, il Guido Reni District, gioiello di archeologia industriale trasformato in spazio aperto alla creatività. Nella capitale è l’evento clou per gli appassionati di musica elettronica, pop d’avanguardia e arte digitale. Una boccata d’ossigeno per una città in grande affanno.
Forte del successo dello scorso anno (12mila presenze), la manifestazione porta a Roma artisti di spicco della scena elettronica internazionale. Dal Regno Unito atterrano Jon Hopkins, uomo di fiducia di Brian Eno e ingegnere del suono per i Coldplay, oggi uno dei producer più celebrati dell’ultimo decennio. E Nathan Fake, fra i più acclamati artisti della scena mondiale, che a Spring Attitude presenta il suo ultimo album “Providence”. Con loro anche Max Cooper, guida spirituale attraverso una musica dalla pelle cibernetica e dal cuore umano.
Sul palco del Guido Reni District, inoltre, andrà in scena il jazz-funk del duo Yussef Kamaal - Yussef Dayes alla batteria e Kamaal Williams alle tastiere - partito dai sobborghi londinesi per spiccare il volo con l’album “Black Focus”. Un groove spaziale che fonde il jazz funk classico con i beat profondi di una radio pirata, reinterpreta Thelonius Monk e Herbie Hancock con suoni jungle, grime e afrobeat. È la punta di diamante della nuova scena jazz londinese. «Sono sicuro che i puristi non lo considerano neanche jazz, ma per me il jazz significa libertà creativa e interpretazione. Se cresci a Londra, le fonti di ispirazione sono infinite», ha dichiarato Dayes al Guardian.
Un drappello nutrito, a cui si aggiungono i musicisti italiani. Anzitutto i Drink to me, band guidata dal piemontese Cosmo, reduce da un tour sold out in tutta Italia; Wrongonyou, alias Marco Zitelli, romano, rivelazione della scena indipendente italiana, che ha già diviso il palco con Radiohead e Sonic Youth. E ancora, il progetto IISO firmato dai comaschi Luca Tommasoni e Roberto Tagliabue, musica per immagini che unisce pop, elettronica e scienza del suono. Si esibiranno in un cubo semitrasparente ricreato da proiezioni in 3D.
Nel festival di primavera arte digitale e musica elettronica sconfinano nei territori reciproci. Spring+On è il progetto interdisciplinare (diretto da Caterina Tomeo) che ruota attorno ai temi della cultura contemporanea: il 25 maggio al MAXXI arriva l’artista tedesco Grischa Lichtenberger, che presenta il nuovo album “Spielraum | Allgegenwart | Strahlung”, mentre nel giardino del museo sarà presentata l’installazione interattiva Modul.Ior firmata dal gruppo romano Aira!. Un gioco in cui l’utente diventa vettore tra proporzioni auree, distribuzioni atomiche e indici di rifrazione.