Uscirà a luglio "The complete piano concerto recordings", una raccolta dedicata alle esecuzioni dei concerti per pianoforte e orchestra. Dalla collaborazione con Georg Solti a quella con Zubin Mehta, fino alla rara incisione del Primo concerto di Ciaikovskij con Maazel

In questa raccolta dedicata ai concerti per pianoforte e orchestra (“The complete piano concerto recordings”, edita da Decca in 46 cd e due dvd), ?è importante la collaborazione fra ?il pianista e il direttore d’orchestra Georg Solti, già assistente di Arturo Toscanini al Festival di Salisburgo, anche per le influenze che questa ?avrà sulla futura carriera sul podio ?di Ashkenazij stesso.

Molto “toscaniniane”, ovvero segnate ?dalla fedeltà al testo e da una cura maniacale delle accelerazioni ritmiche e dei contrasti drammatici, sono le registrazioni dei cinque concerti per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven con la Chicago Symphony Orchestra.

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In particolare il Quarto concerto in sol minore potrà ricordare nel secondo movimento “Andante ?con moto” una tradizione per cui Beethoven sembra abbia voluto raffigurare nei due temi di questo brano, quello iniziale dell’orchestra ?e quello del pianoforte solo, il mito ?di Orfeo che soggioga le forze dell’Ade con la bellezza del suo canto. Immagine vivamente suscitata ?da questa interpretazione, che ai melomani più anziani farà tornare in mente quella storica di Rudolf Serkin e, appunto, Arturo Toscanini.

Sempre con Solti, sono da ricordare fra i “must” della discografia i tre concerti di Béla Bartók, autore che ?il direttore frequento in gioventù all’Accademia Franz Liszt di Budapest, che gli fu fondamentale nell’approfondimento degli studi pianistici: nelle incisioni apprezziamo ?i consueti rigore e rispetto della partitura, insieme a un virtuosismo digitale che ha pochi eguali nella storia del disco.

Stessa cosa accade con i quattro concerti e la “Rapsodia su un tema di Paganini” di Sergeij Rachmaninov, brani che nel box sono rappresentati in dodici registrazioni: particolarmente riuscite, nello splendore dei trent’anni del solista, quelle dei primi anni Settanta, ?con la bacchetta di André Previn, appassionato interprete della musica russa. Affinità che dà memorabili risultati pure nei cinque concerti ?di Sergeij Prokofiev.

Fra i classici possiamo inoltre annoverare un possente Secondo concerto di Brahms con Zubin Mehta, un disco per il quale a suo tempo ?i critici scomodarono paragoni come quello con i sommi Edwin Fischer ?e Wilhelm Furtwängler, concerto ?poi replicato da Ashkenazij con nostra minor soddisfazione con Bernard Haitink a capo dei Wiener Philharmoniker.

Di riferimento è pure l’integrale dei concerti di Mozart, che Ashkenazij dirige dal pianoforte, con la collaborazione della fedele Philharmonia Orchestra.

Nel cofanetto ci sono anche delle incisioni di difficile reperibilità, che ormai erano praticamente uscite fuori dai cataloghi correnti: fra le altre vanno segnalate quelle del Primo concerto di Ciaikovskij con Lorin Maazel e il Bwv1052 di Bach e il Primo di Chopin con David Zinman.

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