L'Italia decide di dare un permesso di soggiorno temporaneo per far emigrare i profughi che arrivano sulle sue coste e che l'Europa non vuole accogliere? E allora gli altri paesi revocano gli accordi di Schengen. E le frontiere italiane si chiudono.
Sembra la cronaca di questi ultimi giorni. E invece è lo snodo finale di "Taranta on the road", commedia dolceamara che racconta drammi e speranze dell'immigrazione attraverso la musica, con la partecipazione dei Sud Sound System e la colonna sonora dei Mascarimirì. Il film di Salvatore Allocca, distribuito da Draka, sarà nelle sale dal 24 agosto, ma il regista lo accompagnerà nelle preview in varie località: il 20 luglio, a Roma, per le Notti di Cinema a Piazza Vittorio; il 21 a Siracusa per l'Ortigia Film Festival; il 26 a Montefiascone (Viterbo) per l'Est Film Festival.
[[ge:rep-locali:espresso:285285829]]
Luca, Giovanni e Matteo formano una band di scarso successo che unisce pizzica e musica elettronica. Vivacchiano suonando a sagre e matrimoni, si sentono falliti e forse proprio per questo familiarizzano al volo con Amira e Tarek, fuggiti dalla Tunisia nel periodo di caos che seguì alle primavere arabe del 2011, quando sembrava che Tunisi si fosse liberata da Ben Ali per cadere in mano a una versione magrebina dei talebani. Dalla Puglia, l'improbabile quintetto multietnico parte verso la Francia, Londra, l'Europa dei sogni. Il destino decide diversamente, ma lungo il viaggio molte cose si chiariscono, molti amori soffocati sbocciano, molti problemi evidenti o nascosti trovano una soluzione. Fino a un finale ben risolto: perché questa è una favola, sì, ma anche la favola ha i suoi limiti...
Ben scritto (con l'aiuto di Amara Lakhous, uno dei nomi più noti della narrativa dei "neo-italiani" fin da "Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio"), ben diretto e ben interpretato, il film fa riscoprire Nabiha Akkari, la terrorista mancata di "Che bella giornata" di Checco Zalone, vista anche in "Lezioni di cioccolato 2" e "Non c’è più religione". Accanto a lei, Helmi Dridi ("Il Principe del deserto"), Alessio Vassallo ("In guerra per amore", "Il giovane Montalbano") e Bianca Nappi ("Mine vaganti", "Magnifica presenza", "La mia famiglia a soqquadro").
Ma il viso che resta più impresso è quello di Roberto Maroni, ministro dell'interno del governo Berlusconi, che nel 2011 annuncia con un tono molto "umano" la decisione del visto temporaneo a favore dei migranti: una scena che sembra inventata, a chi ha in mente le continue sparate anti-immigrati di Matteo Salvini, leghista di punta del 2017. Oggi di tunisini sui barconi non ce ne sono più, ma il problema resta. E anche una commedia può aiutare a ricordarlo.