E con il loro lessico povero, e i sorrisi provati in camerino sono entrati in tutti ?gli studi, da La 7 a Rete 4 passando per tutte le reti Rai, in tutte le case, in tutti ?i luoghi e in tutti i laghi. Mesi di bonarie alzate di spalle, ad ascoltare le urla di signore eleganti con la saliva rinsecchita agli angoli della bocca in difesa della razza e alla necessità di libere armi in libero Stato. Lunghe serate tra Matrix ?e Piazza Pulita riempite dalla sintassi misera di CasaPound che spazzava via storia e memoria come la buccia di un lupino.
Mentre Nina Moric, piena di stoffa d’oro e con tantissime labbra sbraitava a Quinta Colonna «Le colpe del fascismo? Ma chi non ne ha», il capo di Forza Nuova snocciolava su Rai Uno bizzarri ragionamenti secondo cui i giornali che hanno pubblicato «ben 12 pagine contro di me» sarebbero i veri colpevoli del clima di odio che l’Italia ?è costretta a respirare.
Ma è tutto normale, e tutto passa. Meglio lasciare la poltrona a Simone Di Stefano per fargli dire «Siamo eredi dell’esperienza del fascismo, della Rsi, guardiamo al bene del nostro Paese». Questo è quel resta di questa lunga attesa del voto da piccolo schermo, nonostante il piagnucolio del leader della tartaruga frecciata durante la nottata elettorale per la sua "scarsa presenza mediatica", sigh. ?Per fortuna, il risultato alle urne è stato misero come quei granelli di sabbia che restano incastrati nel costume da bagno. Ma lo sdoganamento è stato in piena regola, degno del miglior Amadeus di “Stasera tutto è possibile”. Perché a furia di invitarlo è un attimo che il neofascista ?in salotto faccia l’effetto trumeau. ?

HO VISTO COSE BELLE
Che la lunga notte elettorale abbia coinciso con quella degli Oscar ha sicuramente un significato profondissimo. Abbiamo guardato il red carpet (Sky Cinema Oscar, giustappunto, dalle 22,50 sino all’alba) quasi con la stessa passione della maratona Mentana. Affrontando lo spoglio con la dovuta eleganza.
HO VISTO COSE BRUTTE
Un autorevole studio dimostra che Grey’s Anatomy non ?è realistico e produce false aspettative nel malato. Insomma, si sono messi in tanti, in quel di Phoenix, per provare che se ti guardi intorno ?al Policlinico non trovi il sorriso ?di Derek Shepard con lo stetoscopio. Incredibile. Che poi lo sanno tutti ?che ha avuto un incidente.