Ho visto cose

"David delle donne": e sarebbe questa la rivoluzione?

di Beatrice Dondi   1 aprile 2018

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Premiati quasi solo uomini, intrisa di frasi paternalistiche e luoghi comuni, la serata condotta da Carlo Conti è stata rivenduta come la risposta italiana al #metoo. Ma siamo davvero, davvero lontani. E una spilletta non basta

Le cose sono davvero cambiate dopo la denuncia di Asia Argento. Serpeggia negli astanti un atteggiamento di accondiscendenza, rigorosamente paterna, di attenzione al linguaggio, di macroscopica seriosità sul tema. Lo si è visto in maniera inequivocabile durante la mesta cerimonia di consegna dei David di Donatello, su cui a mente fredda scappa qualche riflessione. Riapprodata su Rai Uno dopo un glorioso trascorso in quel di Sky, la notte degli Oscar all’italiana è stata drappeggiata da florilegi complimentosi nei confronti del genere femminile, ossequi e carezze virtuali, al punto che all’indomani si titolava a gran voce sui David delle donne. Perché, in una serata condotta da un uomo, Carlo Conti e punteggiata da una voce fuori campo maschile, Roberto Pedicini, le attrici italiane unite dal Dissenso comune avevano appuntata una spilletta. Non c’è che dire, una rivoluzione.

Peccato, che Piera Detassis alla sua prima cerimonia con il nuovo incarico, abbia salutato la sua nomina come “un regalo” e non come ?un riconoscimento dovuto per la sua professionalità comprovata.

Peccato ?poi che dopo un monologo scritto mirabilmente da Bartezzaghi di cui Paola Cortellesi si è fatta interprete, si siano susseguiti commenti amabili su quanto ?le donne siano soprattutto madri, fonti inesauribili di calore domestico, badanti attente che permettono al mondo del cinema di girare e tornare al nido per trovare un pasto caldo, che lo sanno tutti che «Dietro ogni uomo che vince un David c’è una donna che a casa ?si occupa della famiglia...» e altre amenità di una banalità tale che in confronto le mezze stagioni no, non ci sono davvero più.

Peccato anche che su quel palco i premi per il miglior film, regia, cortometraggio, suono, musica, esordio, sceneggiatura non originale, fotografia, costumi, trucco e montaggio siano andati a professionisti uomini. Il miglior documentario invece è stato di una donna, Anselma Dall’Olio, che nel vicino 2013, per difendere le cene eleganti berlusconiane dichiarava che «le donne ?di sinistra sono sceme, scopano gratis». ?E giù applausi, come se nulla fosse.

Peccato infine che solo qualche giorno prima Presa Diretta avesse chiuso la sua stagione mirabile con uno strepitoso reportage firmato Giulia Bosetti su sesso e potere, facendoci illudere che il vento fosse pronto a cambiare. Peccato. Belle ?le spillette però.

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HO VISTO COSE BELLE
Approfondimento, attenzione al pubblico, interazione, ritmo, coinvolgimento e stile. Con Hashtag24 Riccardo Bocca approda alla prima serata di Sky TG24 (in diretta dal 4 aprile ogni mercoledì alle 21) per un programma che indaga l’attualità. E torna a spedire la sua videolettera. Lo aspettiamo con fiducia e un pizzico di nostalgia.
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HO VISTO COSE BRUTTE
Al grido di “Ragaaaziiii” Barbara D’Urso torna dopo ?14 anni a condurre ?il Grande Fratello. Ma, fa sapere con soddisfazione, riuscirà a mantenere tutti gli altri suoi impegni. Quindi Pomeriggio 5 e Domenica Live. Dispiace solo che il sabato debba riposare perché si sentirà fortemente la sua mancanza.
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