Attualità
26 dicembre, 2025II settimanale, da sabato 27, è disponibile in edicola e in app
Un collage di facce, paesaggi, dettagli. E sopra una grande scritta in rosso: “2025 Quel che resta dei giorni” è il titolo di copertina del nuovo numero de L’Espresso, dedicato a un bilancio dell’anno che sta per finire. All’interno, settanta pagine di foto scelte dalla photoeditor Tiziana Faraoni e dai suoi collaboratori per illustrare gli avvenimenti più spettacolari: l’aurora boreale che arriva fino ai cieli del Wisconsin, Antonio Conte che vola in aria lanciato dai tifosi dopo lo scudetto vinto dal Napoli, le contestazioni al faraonico matrimonio veneziano di Jeff Bezos.
Per ogni mese, poi, il commento di una delle firme de L’Espresso tira le fila dei temi fondamentali. Apre Susanna Turco con Sergio Mattarella, presidente della Repubblica da ormai dieci anni, e chiude Enrico Bellavia con Giorgia Meloni, presidente del Consiglio e maestra di illusionismo. E mentre i ministri tagliavano da una parte per sprecare dall’altra (di Carlo Tecce), il ponte sullo Stretto ha dominato le cronache (di Gianfrancesco Turano) e il Risiko bancario ha dettato i tempi dell’economia (di Gloria Riva).
Si parla della cultura che resiste alle appropriazioni indebite della destra (di Sabina Minardi), dell’Intelligenza artificiale che è diventata vita quotidiana (di Marco Montemagno), delle guerre ormai così normali da non fare più notizia (di Federica Bianchi) quasi quanto le alluvioni che caratterizzano l’anno in cui il riscaldamento globale raggiunge con largo anticipo il limite massimo stabilito dagli accordi di Parigi (di Angiola Codacci-Pisanelli).
È finita l’era Biden ed è cominciato l’incubo Trump (ne scrivono Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni), è morto Papa Francesco ed è stato eletto Papa Leone (di Stefano Maria Paci): ma per i giganti della televisione che se ne sono andati – Pippo Baudo, Peppe Vessicchio, le gemelle Kessler - commenta Beatrice Dondi, non ci sono sostituti in vista.
L’anno, ricorda Valerio Berruti, si chiude con l’incertezza delle nuove norme europee sulle automobili, dove l’obbligo della trazione elettrica viene sostituito da “crediti ecologici” difficili da quantificare: per gli automobilisti è un giallo che sembra scritto da Agatha Christie, alla quale è dedicata una rassegna di Caterina Bonvicini illustrata da Ivan Canu.
Resta il tempo per meditare, a giornale chiuso, sull’editoriale del direttore Emilio Carelli, che sottolinea come il ricordo degli avvenimenti di quest’anno debba spingere all’azione nel 2026, e sul commento di Bellavia allo strapotere della propaganda che minaccia la vera informazione. Seguono le rubriche di fine anno degli opinionisti de L’Espresso: Diletta Bellotti, Franco Corleone, Carlo Cottarelli, Giuseppe De Marzo, Sebastiano Messina, Massimiliano Panarari. Per chiudere con l’ultimo allarme dell'anno lanciato da Loredana Lipperini contro la destra: che, per controllare l’educazione dei bambini, fa leva sulle paure dei genitori.
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