Sono anni che quando si parla di Alessandro Cattelan lo si immagina sul palco di Sanremo. Giovane, spigliato, carino quanto basta, colto divertente e impeccabile padrone di casa. Parla un inglese fluente, suona, canta, ha intervistato praticamente chiunque e da nove anni tiene ben strette le redini di X Factor, il principe dei talent musicali. Poi a sorpresa si apre uno spiraglio per la sua conduzione per i settant'anni del Festival. E improvvisamente tutte le sue (riconosciute) qualità diventano difetti. Troppo carino, troppo giovane, troppo spigliato. Ma soprattutto troppo poco Rai.
In sintesi, dopo aver attaccato da ogni lato il moloch della città dei fiori come carrozzone cigolante ci si risente perché a viale Mazzini circola una goccia di antiruggine. Bizzarro. Ancor più bizzarro se si pensa che il nome pugnalato alle spalle sarebbe quello di Amadeus, simbolo della televisione vecchio stampo, eterno numero due della conduzione più tradizionale, ampollosa, e dotata di finto brio che possa venire in mente. Quasi che Saremo fosse un ufficio della pubblica amministrazione. “Siccome Amadeus ha lavorato tanto il festival se lo merita”. Neanche fosse il cesto con panettone e spumante di bassa qualità elargito alla fine dell'anno dal capufficio magnanimo. Una sorta di visione fantozziana dello spettacolo di punta di Rai Uno, dove l'impiegato modello, quello che arriva puntuale e tiene in ordine i timbri sulla scrivania debba essere premiato.
Peccato che Sanremo non sia un ufficio dove vigono gli scatti di anzianità, e neppure un bel fermaporte in peltro da regalare prima della pensione. Il Festival della canzone italiana non dovrebbe essere un mezzo per omaggiare chicchessia perché altrimenti ci potrebbe restare male, ma un gioiello da esporre come un vanto della tv italica. Da affidare a una persona capace, competente, in grado di scrostare quel monumento dell'immobile a suon di bravura, cercando in qualche modo di farlo uscire dalla palude del passato per proiettarlo in una parvenza di modernità. Almeno ci si potrebbe provare. E soprattutto senza rischiare di incorrere in un reato di lesa maestà.
Se non sarà Cattelan pazienza, ma sarebbe gradita un'idea qualsiasi al di là del faccione puntuto di Amadeus. Sono stati fatti passi da gigante con la musica. Perché non azzardare la stessa operazione di svecchiamento anche con la conduzione?