Sanremo 2020, prima serata: e Amadeus fa un passo indietro

Si fa aiutare dai suoi amici sul palco, si aggrappa al gobbo e cammina sulle uova. E per lui è tutto bellissimo. Non solo le donne

Sì, chi alla fine ha fatto un passo indietro è stato Amadeus. «Il ragazzo è stanco» dice Fiorello dopo la maratona nostalgia con Al Bano e Romina. E prende in mano la situazione che si era fatta pericolosamente ingessata. C'era stato il coro generale, col neo direttore di Rai Uno Stefano Coletta in piedi a cantare a squarciagola Felicità. Ma subito dopo, l'imbarazzante inedito firmato Malgioglio aveva asciugato le fronti bagnate dall'entusiasmo. E Amadeus era rientrato nella sua giacca di paillettes neanche fosse una veste da camera, tornato immediatamente nella parte del presentatore che non può permettersi di rischiare neanche una briciola che sennò la situazione sfugge e poi chi ci va a riprenderla?

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Così arriva l'amico del cuore, il compagno di Festival e di bar. Che dopo aver aperto lo spettacolo al suo posto cerca di tirarlo su. E dice davanti a milioni di telespettatori: «Tu sei bravo a fare le imitazioni, tu sei capace, guardate che fa schiattare». Un po' come dicono i genitori quando si vantano dei loro pargoli imbranati alla cena di Natale. Dai dai, fagli sentire la poesia, quella che sai tutta.

Ha fatto un passo indietro Amadeus in questa serata d'esordio, chiamando i suoi amici sul palco per farsi coraggio. Aggrappandosi al gobbo per non sbagliare, al punto da rischiare un crampo alla coda dell'occhio. E camminando sulle uova ogni volta che una donna gli passava vicino al punto da trasmettere la sensazione che in fondo sarebbe stato più facile scendere la scala sui tacchi.
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Non era facile andare avanti dopo quel delirio di polverone sollevato dall'infelice conferenza stampa. Ma la polemica era pretestuosa, tirata per i capelli, gonfiata oltremodo. Perché Amadeus usa il superlativo “bellissima” per descrivere qualunque dettaglio della serata. Sono bellissime le donne che lo accompagnano, certamente. Ma per lui è bellissima anche la riviera ligure, bellissima l'orchestra, bellissima la scala, bellissimo il palco in piazza, il teatro, la musica, bellissima l'esperienza. È il suo intercalare, tipo il vezzo dell'entusiasmo.

Poi arriva il monologo di Rula Jebreal. Due leggii, gli occhi lucidi, e una cascata di parole giuste, dolorose e dannatamente giuste. Una sequenza implacabile di tagli nella pelle, sipari stracciati, luoghi comuni infami sulle donne e sulla violenza sbattuti in faccia nella prima serata più vista d'Italia."Domani chiedete pure come ero vestita al festival, ma non chiedete mai più a una donna stuprata come era vestita quella volta" dice Rula. Applausi, altro che Felicità. Ma si cambia quadro. E Amadeus non resiste, come Roger Rabbit: «E ora torna Diletta Leotta, l'abito, la sensualità, la bellezza...». Come non detto. Un passo indietro. Che domani è un'altra sera.

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