Drive-in, schermi gonfiabili e prati verdi: il cinema ricomincia on the road

Caricano i materiali su camioncini. Macinano migliaia di chilometri. E danno vita a proiezioni in piazze, spiagge, spianate, grotte e altri luoghi non convenzionali. Così decine di ragazzi rilanciano il grande schermo

Il Guarimba Film Festival nel parco La Grotta ad Amantea
Joe Morelli girava per i paesi della Sicilia con un camioncino, un tendone e una macchina da presa per fare provini a pagamento agli aspiranti attori. «Vendeva sogni. E, all’inizio degli anni Cinquanta, la gente sapeva vivere solo di sogni». C’era una volta “L’uomo delle stelle” (1995) di Giuseppe Tornatore, in cui Sergio Castellitto veste i panni di un talent scout imbroglione in viaggio sulle note di Ennio Morricone.

In questa strana estate post-Covid riaffiora quel gusto agrodolce da dopoguerra, quando giovani, adulti e anziani si ritrovavano davanti al grande schermo e pensavano a ricostruire l'Italia. In Piemonte, Umbria, Toscana, Marche, Calabria e altre regioni decine di ragazze e ragazzi organizzano rassegne on the road, macinano migliaia di chilometri per portare i film al mare, in montagna, in antichi borghi: pellicole d’autore italiane, commedie, classici come “Grease”, il musical con John Travolta e Olivia Newton-John, evergreen Disney come “Alice nel paese delle meraviglie”, ma anche perle per cinefili come “New York New York”, atto d’amore di Spike Lee per la Grande Mela svuotata dalla pandemia.

Caricano schermi gonfiabili e teloni su furgoni, van, auto, allestiscono proiezioni in arene e drive-in, nei cortili, nelle piazze e in luoghi non convenzionali: spiagge, grotte, ex fabbriche, stazioni ferroviarie, aziende agricole. Centinaia di proiezioni per portare il cinema dove non c’è più o dove non è mai stato, lontano dalle sale flagellate da mesi di lockdown, che ora cercano faticosamente di riaprire. Mentre il coronavirus costringe a ripensare le relazioni umane, il cinema in piazza diventa azione sociale. Soprattutto in territori difficili come la Calabria.

Ad Amantea, sulla costa tirrenica vicino a Cosenza, a febbraio il Comune è stato sciolto per mafia. Qui un gruppo di ragazzi dà vita al festival internazionale del cortometraggio La Guarimba (7-12 agosto, ingresso libero), che in venezuelano significa “posto sicuro”. Ideato nel 2012 da Sara Fratini e Giulio Vita, regista italo-venezuelano, il festival si articola quest’anno in sei giornate, con 165 cortometraggi da 54 Paesi diversi. Un’edizione ridotta, con una parte dedicata a webinar di formazione ed eventi dal vivo, nel rispetto delle norme sanitarie. «Abbiamo da subito rifiutato l’idea di un festival online. Un festival è un luogo di incontro, un rito pagano che ha bisogno della nostra presenza fisica», riflette Vita. In queste settimane i ragazzi preparano anche CinemAmbulante, rassegna itinerante in tutta la Calabria dall’Aspromonte alla costa jonica, con una forte impronta multiculturale, come dimostra Kino Guarimba, residenza cinematografica per cento professionisti dell’audiovisivo di tutto il mondo.

Di solito la rassegna si svolge a giugno, quest’anno a settembre: si sposteranno a bordo di un’auto per diffondere cortometraggi e film d’autore internazionali. «La rassegna porta cinema e street art nelle periferie calabresi, fa rete tra le belle realtà che combattono localmente. E invita alla scoperta di registi in rappresentanza di Paesi e culture ormai stabilite da tempo in Calabria. Come la comunità senegalese a Cosenza, una delle più grandi d’Italia, e quelle dell’America Latina», conclude Vita.
Sagra del Cinema a Torre del Cassero

“I ragazzi delle stelle” viaggiano sulle strade provinciali con il loro carico di sogni. Saranno in tour anche tra i borghi di Umbria e Toscana: davanti alle mura medievali e nel castello di Monteriggioni, nel Senese, lungo la via Francigena, e poi a Perugia, Pietralunga, Gualdo Tadino, Norcia, Panicale. Si intitola “La sagra del cinema” la rassegna ideata da Filippo Costantini e Giorgio Vicario, giovani giornalisti appassionati di film e buona tavola. L’edizione 2020, tra inizio luglio e inizio settembre, conta oltre trenta serate a ingresso gratuito di film italiani (tra gli altri “Il marchese del grillo” in omaggio ad Alberto Sordi nel centenario della nascita), pellicole più recenti (“Bangla”) e classici.

«Il progetto vuole recuperare l’atmosfera di sagra di paese, momento di incontro conviviale, trasversale e interclassista, affiancando cinema ed enogastronomia ispirata a pellicole e personaggi del cinema», spiega Costantini: «L’idea è nata rivendicando il famoso “diritto alla cazzata” di tognazziana memoria, uno dei nostri spiriti guida, e sviluppata seriamente. Evitando sempre di prendersi troppo sul serio». Quest’anno, vista l’impossibilità di proporre un’iniziativa in un solo luogo con tanto pubblico, i soci di MenteGlocale hanno acquistato l’attrezzatura necessaria a portare il cinema nei luoghi esclusi dal circuito ufficiale delle sale.

Tra i suoi progetti, l’associazione annovera anche alcuni documentari sulla ricostruzione post-sisma della Valnerina umbra. Il cuore d’Italia mostra ancora le cicatrici del terremoto del 2016, che nelle Marche ha segnato il destino di tanti borghi ormai spopolati. Da quattro anni i ragazzi di FurgonCinema tengono accesi microfoni e telecamere sui paesi travolti dalle scosse. In occasione delle ultime tre edizioni della rassegna hanno raccolto decine di contributi video sull’esperienza del sisma, girati e registrati da giovani, anziani, amministratori locali. Presto ne faranno un documentario. «In tanti paesi delle Marche le macerie sono ancora lì, come se il lockdown fosse iniziato con il sisma. Il progetto non è solo un calendario di serate di beneficenza, ma vuole testimoniare la storia e la memoria del sisma nel cratere», dice Lorenzo Montesi Pettinelli, presidente di Aristoria, l’associazione che organizza la rassegna.

Anche quest’anno i ragazzi proietteranno i film nelle aree terremotate facendosi prestare il furgone dalla Spi Cgil, sistemeranno sul posto le sedie, il proiettore e lo schermo offerti in comodato dall’Università di Camerino. Tredici date, soprattutto cinema italiano: tra gli altri, “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese, “Il nome del figlio” di Francesca Archibugi, “Jeeg robot” di Gabriele Mainetti. «Vogliamo tenere insieme le comunità tornando al cinema di una volta, quando pochi Comuni potevano permettersi una sala e i vecchi camion si spostavano con i film negli angoli sperduti d’Italia», aggiunge Pettinelli.

Dall’Appennino alle Alpi il passo non è così lungo. Arianna Airaldi e Giacomo Cuppari, proiezionisti in una sala di Fossano, vicino a Cuneo, hanno ideato Cinedehors, rassegna di cinema in movimento tra Piemonte e Val d’Aosta. La “Cinedehors Covid Edition” è già iniziata: Arianna, Giacomo e i loro collaboratori hanno in programma un centinaio di proiezioni tra rifugi in montagna, cortili, aziende agricole e anche nella cascina di un birrificio. Tanti i film in calendario, con un occhio alla musica per colmare l’assenza dei concerti rock nell’estate 2020, con “Bohemian Rhapsody”, il film sulla vita di Freddie Mercury, e “Thelma&Louise”. Sul loro furgone trasportano un grande schermo gonfiabile e sanno dar vita a proiezioni drive-in, sulle ali della nostalgia per gli “Happy days” anni Cinquanta, con un telo doppio, da nove metri, in aree che possono ospitare fino a duecento auto. «Crediamo nel cinema come mezzo per creare inclusione. Cinedehors, infatti, non è la classica arena estiva ma una esperienza in cui il pubblico non paga un biglietto ma è chiamato a partecipare: dal crowdfunding alla scelta di film e location», dice Airaldi.

Mentre si moltiplicano le iniziative dal basso, i produttori, i distributori e gli esercenti tentano di rialzare la testa dopo la chiusura prolungata di 4 mila schermi e la sospensione dal lavoro di oltre 6 mila addetti diretti. Anche le arene estive fanno parte della loro strategia. Il progetto “Moviement Village”, ideato dalle associazioni di categoria (tra cui Anec e Anica) e sostenuto dal Mibact, mira ad attivare una rete di sale all’aperto per convincere il pubblico a tornare davanti al grande schermo.

Una fase complicata: i distributori sono al centro della polemica con i giovani promotori di arene gratuite e rassegne itineranti, a cominciare da quelli del Cinema America a Roma. In molti casi, infatti, gli organizzatori denunciano di essersi visti rifiutare i film richiesti, anche se non nuovissimi. E l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Anica, Anec e Anec Lazio per accertare una presunta intesa volta a ostacolare l’approvvigionamento dei film da parte delle arene gratis. «Volevamo proiettare “BlacKkKlansman” di Spike Lee, ci sembra importante farlo adesso che il movimento Black Lives Matter ha preso una dimensione globale», dice Giulio Vita di La Guarimba. «All’inizio ci avevano negato anche “Grease”, poi lo hanno sbloccato», aggiunge Lorenzo Montesi Pettinelli di FurgonCinema. «Le nostre platee non hanno mai rappresentato un’alternativa ai cinema. Nonostante l’emergenza Covid, manifestazioni come la nostra sono le migliori alleate del vero cinema». La battaglia per convincere gli italiani ad abbandonare i divani è appena cominciata. L’unione fa la forza.

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Siamo tutti complici - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso