Su Rai Uno lo speciale Mondiali Qatar di Vieri e compagni: ben sei autori per quattro minuti di pura inutilità

Ci mancava solo la Bobo Tv

C’è un rigore assoluto, da cui non si deroga per nessuno dei lunghi quattro minuti della somministrazione quotidiana della BoboTV - Speciale Qatar: ovvero l’ordine alternato con cui si succedono le risate. Se il primo a scoppiare in uno scomposto verso gutturale è Vieri, al giro successivo sarà Adani, poi Ventola e infine Cassano. Poi si ricomincia, a tempo, tipo i quattro per quattro di Nora Orlandi, anche se meno intonati.

 

 

A dire il vero per tutti i 260 estenuanti secondi la rotazione ciclica diventa una caratteristica pressante, tipo una meridiana. E il fatto che da qualche secolo questo tipo di misurazione temporale sia passata di moda e all’ombra proiettata dal chiodo sul muro si siano scelti gli avveniristici orologi non è un esempio casuale. Perché la carica di inutilità che porta sulle spalle questa breve parentesi in onda su Rai Uno per i Mondiali, ha quel non so che di impolverato, come il rosolio della domenica che i parenti buttavano giù tutto d’un fiato per stemperare l’imbarazzo del nipote che raccontava barzellette sporcaccione.

E non è certo per la confusione, perché basta guardare un minuto di “Viva Rai Due” per capire che se c’è un pensiero il rumore si trasforma in musica, come per magia.

Nel caso di Vieri e compagni invece si tratta proprio di accanimento nei confronti dell’appassionato di calcio, perché qualcuno deve essersi detto che non bastava l’esclusione dell’Italia, i diritti umani calpestati, i lavoratori sfruttati e il discorso di Infantino. Bisognava che lo spettatore espiasse sino in fondo.

Così, senza nessun’altra ragione apparente, lo speciale Bobo Tv si è appollaiato sulla prima rete improvvisamente trasformata in una mensola nel tinello su cui appoggiare qualunque oggetto pur di riempire lo spazio. E ha reso subito chiaro che il punto di riferimento sarebbe stato il trenino di Capodanno. «La squadra che ha deluso di più? Il Qatar!» E prima si ride su queste battute irresistibili, poi si applaude con vigore per sottolineare l’acutezza, a volte si alzano i pollici, e nel mentre vi è l’incoraggiamento reciproco. «Grande Nicola, bravissimo Antonio, super Bobo, incredibile Lele». Fino alla prossima ovvietà che però va in onda il giorno successivo visto che se Dio vuole il tempo è tiranno.

Resta lo spazio per il colpo di scena sul gran finale: dai titoli di coda si evince che gli autori sono sei, praticamente ognuno di loro lavora a ben 40 secondi di programma. Ma senza pause.

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