Rapido bilancio in negativo di 12 mesi sul piccolo schermo

Troppo rumore, dicono gli abitanti di Roma Nord insonni alle 7 del mattino per colpa dello show di Fiorello. Una protesta unanime di chi è costretto ad aprire gli occhi anzitempo tra note e battute in quel di via Asiago. Così sulla coda di quest’anno cominciato con i “Brividi” sanremesi di Blanco e Mahmood si accende uno sdegno cittadino che all’improvviso rialza le teste reclinate degli spettatori di Rai Due e dintorni. Peccato che, a riguardare il calendario di questo 2022 televisivo, i motivi per gridare “Basta” all’unisono neanche fosse un coro alpino sono davvero molteplici, capaci in un battito di ciglia di ricacciare gli schiamazzi intelligenti di Fiore e compagnia cantante in fondo alla classifica.

Ci sono state molte mani nei posti sbagliati. A partire da quella di Memo Remigi che si è appoggiata su Jessica Morlacchi nella diretta in piena luce di “Oggi è un altro giorno”. «Sono stato frainteso, era un gesto goliardico, non credevo se la sarebbe presa» e altri florilegi similari sono state le scuse del cantante che ha faticato di molto a comprendere che quello che è strano non è tanto il trovarsi innamorati a Milano quanto toccare una persona senza consenso alcuno.

Altre mani in posti diversi sono state quelle di Giampiero Mughini e Vittorio Sgarbi, capaci dall’alto della loro rinomata cultura di prendersi prima a male parole e poi letteralmente di avvinghiarsi l’un l’altro nel salotto di Maurizio Costanzo.

Nel frattempo Matteo Viviani delle “Iene” assedia armato di microfono un uomo incolpandolo di un suicidio per una brutta storia di catfishinfg. Poco dopo essere stato esposto sulla pubblica piazza del programma in giacca e cravatta si toglie la vita. «Siamo addolorati - dice l’ideatore Davide Parenti – non smettiamo di domandarci qual è il limite». E se lo chiede lui figuriamoci lo spettatore.

Altro giro, altro limite infranto, quello del Grande Fratello Vip che di soddisfazioni da classifica in negativo ne regala sempre parecchie. Il 2022 è l’anno del disagio mentale che porta qualche punto di share, l’importante è parlarne per qualche minuto mescolando il calderone dell’inutile, poi il caso di Marco Bellavia bullizzato malamente dagli altri concorrenti si chiude in fretta e furia che non sia mai ci si rattristi lo spettatore. Così tutti perdonati, problemi accantonati ma facciamo in fretta che c’è Riccardo Fogli che deve bestemmiare.

 

È l’anno orribile della guerra, quello di Massimo Giletti da Odessa, con tanto di elmetto e i sacchi di sabbia vicino alla finestra di un hotel, che tenta di comunicare maldestramente con lo studio di Roma dove nessuno capisce né parole né senso generale. L’anno della durissima intervista morbida al ministro russo Lavrov di Giuseppe Brindisi a “Zona Bianca”.

Ma il campione universale di mala televisione in formato talk è Alessandro Orsini, che non dice male parole, non alza la voce ma per dirla in sintesi gli manca solo quello. Anche se lo scettro dovrebbe andare alla padrona di casa, che in barba al buon gusto e al buon senso, se lo tiene in salotto in ogni puntata di Carta Bianca. Perché Berlinguer, dopo aver reso protagonista un signore in canottiera che suona lo zufolo e discetta di politica internazionale si è tirata dietro non paga, l’esperto degli esperti, nel senso ampio del termine. Quello che si perde in un traduttore automatico. L’uomo a cui scrivono direttamente le madri ucraine. Il dottore che vorrebbe parlare delle sue mani oggetto di studio da parte di psicanalisti e psicologi. Ma come dire, sul professore gran cav, lup mannar, come avrebbe detto Fantozzi c’è poco da aggiungere, perché il rischio è che metta il broncio e abbia voglia di protestare in tv.

La lista potrebbe continuare a lungo, perché quelli furbi cominciano dai migliori e se la cavano in poche righe. Ma nell’anno che ha perso due giganti con le ali, Angelo Guglielmi e Piero Angela, lasciandoci più poveri e soli, non resta che farla breve e premiare Ballando con le stelle, riassunto mirabile di quel che la tv non dovrebbe fare, né ora né mai più.

Dai giornalisti che hanno deciso di buttare le inchieste alle ortiche per mettersi ad agitare le frange del charleston, alla maglietta di Enrico Montesano in sala prove, che lo sanno tutti che sulla X Mas un po’ di sudore ci vuole. E poi l’apoteosi del cattivo gusto, gli insulti sguaiati e spesso inaccettabili, le infinite barzellette da caserma triste di Iva Zanicchi, l’odio palpabile contro Selvaggia Lucarelli che diventa all’improvviso il nemico del popolo, le piume rosse di una certa Rossella Erra eletta non si capisce bene tribuna dello stesso (popolo). Sino al sorriso immoto di Milly Carlucci, che muovendo giusto un filo di frangia in segno di dissenso, cerca di nascondere i sussulti di gioia sotto i velluti di abiti e tende, mentre negli occhi e nel cuore passano come dollari i punti di share. Perché alla fine è vero che se canti ti passa, ma se balli, mica tanto.