Dai no-vax ai no-Festival, l’onda lunga di Sanremo 2022 sui palinsesti

Giovanna piange, Toti canta, Morgan critica, Brosio strepita. È la lunga coda della manifestazione, che illumina di luce riflessa ogni studio televisivo

Come nella scena di quel capolavoro di Marco Ferreri “Non toccare la donna bianca” in cui di fronte alla foto di Che Guevara ucciso Paolo Villaggio esulta: «Ci sono anch’io! Vedete quel dito? È mio!», così alla fine della fiera di Sanremo tutti vogliono essere nell’inquadratura per assorbire un po’ di luce riflessa. Però, al netto dei cantanti che fanno il loro mestiere e quindi a volte cantano, l’onda lunga tocca vette inaspettate, ricalcando con puntualità i tradizionali generi televisivi.

Si comincia con l’emozione, per voce di Giovanna, la moglie del principe Amadeus che con la voce spezzata dal pianto urla alle telecamere di Matano: «Sono orgogliosa, se lo merita, è proprio bravo!». Non può mancare la tv verità, quella costruita sul campo, così  Barbara D’Urso si collega per una diretta rigorosamente “Esclusiva” niente meno che con Cavalgese della Riviera, dove si dice ci siano ancora dei conoscenti di Blanco, il vincitore a cui non è stato chiesto un aneddoto di gioventù prenatale. Il virologo Bassetti, preoccupato che il suo primato presenzialista venga insidiato dal direttore Coletta finisce seduto all’Ariston e si porta a casa il desiderio di Malgioglio di scrivere una canzone per lui, il governatore Toti intona quel che capita e Alba Parietti dopo tutto quello che ha dato allo spettacolo, viene retrocessa in seconda fila e questa diventa una notizia.

Poi c’è la quota no-Festival, il corrispettivo no-vax, sempre presente in ogni dibattito che si rispetti. Appartengono a questa categoria diversi detrattori, tipo Paolo Brosio, noto critico musicale, che ha qualcosa da obiettare sulle capacità canore dei protagonisti. Non può mancare Morgan che tuona contro Amadeus dicendo cose anche a caso, senza nessuno che provi a puntualizzare. E parla, guarda un po’ di “dittatura” (termine tornato prepotentemente in auge) per il record delle tre conduzioni (tanto Pippo Baudo e Mike Bongiorno non contano) chiosando: «Come il bis di Mattarella, per la prima volta un presidente eletto due volte». E vabbè. Tanto come dice Porro non c'è solo l'applauso a Sanremo, così come non c'è solo l'applauso a Mattarella. E chiude col capolavoro situazionista: Marcello Veneziani commenta la presenza sul palco di Drusilla Foer, «la trans o il trans a seconda dei punti vista» e il giornalista prende la palla al balzo e rilancia: «E allora visto che siamo in argomento parliamo del tuo concetto di trans comunismo». Perché Sanremo sarà pure Sanremo ma è anche un po’ come il maiale: non si butta niente. 

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