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Ci sarebbe spazio per un erede del cantautore genovese o di un Guccini con le piattaforme o finirebbero per omologarsi alla musica di tendenza? Una domanda importante per capire il futuro della canzone
di Gino Castaldo
C’è una vecchia battuta che torna ciclicamente nell’ambiente musicale quando ci sono periodi di crisi o di grandi trasformazioni: oggi se si presentasse uno come De André o come Guccini avrebbe qualche possibilità di farsi largo nel mondo della musica? È una battuta, è ovvio, nel senso che se veramente esistesse un giovane all’altezza di un De André il modo di venire fuori lo troverebbe.
Ma la domanda è lecita se la estendiamo al range delle musiche possibili. Una cosa è certa, possiamo amare qualsiasi genere musicale perfino l’emo trap se ne abbiamo voglia, e pensare che sia l’unica possibilità espressiva al mondo, l’importante è che ci sia qualcun altro che invece prediliga la musica folk, qualcun altro il jazz, che ci sia qualcuno che voglia fare canzoni, altri musica dodecafonica, rumoristica, che ci siano le bande di paese, i cori alpini, il festival dell’ocarina, il rock dei Maneskin, le pallose e depresse canzoni dei cantautori, il cabaret, il rock sperimentale, il reggae, che ci siano metallari e rapper teppisti, tarantelle, musica barocca e poi perché no, Sferaebbasta, Rhove e Dua Lipa.
Il bello della musica è sempre stato quello di rappresentare il regno del possibile, si può e si deve fare musica in mille modi diversi, se poi qualcuno vuole rinunciare a questa magnificenza e vuole ascoltare h24 solo le canzoni del suo autore preferito, beh, è un problema suo. L’importante è che il sistema musicale possa vivere della sua massima diversità, starei per dire biodiversità, anzi lo dico perché il paragone è stringente e molto calzante.
Il rischio della stupefacente trasformazione in atto in questi anni è che utilizza sistemi che tendono a ridurre questa ricchezza stilistica. Senza entrare nel merito e senza mettere in discussione il valore di questa rivoluzione (lo ribadisco per non creare sgradevoli equivoci) le piattaforme sono un imbuto abbastanza stretto e stanno diventando quasi l’unica via di accesso. E così torniamo alla domanda iniziale.
Sono un ragazzino, voglio fare musica, poniamo il caso che non abbia voglia di fare per forza trap, mi vengono in mente canzoni astruse, originali, emozionanti, oppure scrivo musica strumentale, magari sono anche un piccolo genio, oppure ancora voglio fare musica portoghese, scrivere canzoni in stile flamenco, oppure sono un nuovo De Gregori, ho qualche possibilità di fare ascoltare la mia musica a qualcuno? Diciamo che è difficile, molto difficile, ed è un peccato perché con tutto il rispetto per la giovane musica italiana, a volte entusiasmante (anche questo lo sottolineo per evitare i soliti sgradevoli equivoci) potremmo perdere molto, o peggio ancora questo sistema potrebbe portare a una sorta di autocensura. Non c’è possibilità di fare musica diversa, tanto vale allinearsi e fare anche io trap, magari risultando un mediocre trapper e un mancato geniale cantautore.