Il nuovo talk pomeridiano di Rai Due è un confuso confronto tra generazioni. E non si capisce bene a che tipo di pubblico si dovrebbe rivolgere

Uno spettro si aggira per la televisione. E no, non è il gender, anche se volendo scendere nel dettaglio, il dibattito sul pericolo Peppa Pig sarebbe quasi più avvincente. Si tratta invece di “BellaMa’” (Rai Due), il primo caso di programma del tutto improvvisato nonostante gli estenuanti mesi di preparazione atletica millantati a più non posso. Le certezze di questo “gioco di parola”, sulla carta un’arena generazionale di intrattenimento pomeridiano, sono due: la prima è che sarebbero previste diverse puntate. La seconda è che il titolo deve essere piaciuto parecchio perché viene declinato appena possibile, con la Bella prof, il Bello Quiz e così via. Per il resto invece, si va un po’ come viene.

Dovrebbe essere, forse, un quiz sul significato dei termini, di ieri e di oggi (e che Rispoli li perdoni), intervallato qua e là da repertorio, interviste fiume a personaggi scelti per meriti anagrafici e molti applausi, per un incrocio avanzato tra età diverse che potrebbero incontrarsi a un certo punto.

Da una parte quindi ci sono i giovani, under 26 che dicono cose estreme come tag, stories, trapper, dall’altra i boomer, dai 56 ai novant’anni, che per far vedere di essere in target lavorano copertine all’uncinetto per i pronipoti. Il restante popolo non è invece pervenuto, ma difficile pensare che si stia strappando i capelli per l’esclusione forzata.

E tra «citazioni giocose perché sono nel gioco» si galleggia in una vaghezza che ricorda gli acquari casalinghi, con pietruzze buttate a caso sul fondo, pescetti spauriti che si schiacciano contro il vetro e briciole di cibo sulla superficie.

Alla guida di questo certo non so che, è stato posto un eroico Pierluigi Diaco, che per confrontare due generazioni inconfrontabili, ha buttato la camicia alle ortiche, visto che il maglioncino a pelle fa sempre giovane quasi come Berlusconi su Tik Tok. Con un tono di voce sopra di qualche ottava e una forzata cadenza romanesca («ho sbagliato ma chissene», «Se semo capiti», «Così so boni tutti»), diffonde baci e abbracci, saluta i suoi molteplici amici («Ciao Valeria, ciao Alex, ciao Maurizio») e intervalla il tutto con frasi alla mano, tipo «Io ho dimestichezza col lato B».

Alla fine di tre lunghissime manche in cui i concorrenti usano pupazzi di gomma al posto dei pulsanti e si saltella tra incursioni social, rapporti con Dio e ricordi d’amore delle signore imbiancate, viene da chiedersi a chi si dovrebbe rivolgere questo oggetto bizzarro, a cui mancano varie cose ma soprattutto l’acca perduta di Gianni Rodari: che se si fosse intitolato Bella Mah forse sarebbe stato tutto più chiaro.

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Il rebus della Chiesa - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso