Un ex calciatore, un premio Nobel e l’omaggio a un maestro del pacifismo. Ma anche due dermatologi. Per parlare di razzismo, empatia e solidarietà. In un festival sui mille significati della pelle umana. Dalla newsletter de L’Espresso sulla galassia culturale arabo-islamica

La pelle umana: quanti malintesi nascono da un elemento così sottile, e quanto c’è da meditare e da raccontare su questo tema… Non per niente è l’argomento scelto quest’anno per il festival Torino Spiritualità, che con la sua XVIII edizione torna a portare sul palcoscenico i massimi sistemi della filosofia. E lo fa con un programma che unisce ospiti italiani e del resto del mondo in un mix che non conosce frontiere e che rispetta tutte le culture, tutte le religioni e tutte le critiche alle religioni. Lo si vede già dai luoghi che ospiteranno gli incontri, in programma da giovedì 29 settembre fino al 2 ottobre, in spazi di incontro e culto, aree museali, della cultura e dello spettacolo.

 

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Si comincia con Lilian Thuram, l’ex calciatore campione del mondo diventato attivista contro il razzismo (“Le mie stelle nere”, edizioni add), in dialogo con il missionario Alex Zanotelli (il suo libro più recente è “Lettera alla tribù bianca”, Feltrinelli). Tra gli incontri più attesi c’è quello con Orhan Pamuk, uno dei Premi Nobel più amati anche dal grande pubblico (è l’autore di un giallo atipico come “Il mio nome è rosso” e di un altrettanto atipico romanzo d’amore come “La donna dai capelli rossi”). Lo scrittore turco dialogherà con Elena Loewenthal, direttore della Fondazione Circolo dei lettori, per presentare il nuovo romanzo in uscita da Einaudi, “Le notti della peste”, nuovo romanzo edito da Einaudi. È il 1901 quando nell’immaginaria isola di Mingher la peste dilaga, infettando prima la pelle, che si copre di piaghe e bubboni, e poi le coscienze. Un romanzo che, come sempre in Pamuk, parte dal passato ma parla del presente, con tutte le contraddizioni scatenate dall’epidemia di Covid. 

 

Il colore della pelle diventa un argomento particolarmente delicato quando riguarda genitori e figli: ne parleranno, in una tavola rotonda particolarmente ricca, tra gli altri Luciana Littizzetto, madre adottiva di due ragazzi, e Sabrina Efionayi, che in “Addio, a domani” (Einaudi) ha romanzato la sua esperienza di vita, tra la madre nigeriana e la famiglia italiana con cui cresce. Il linguista Federico Faloppa riassume in una lezione alcuni temi di “Sbiancare un etiope”, il suo saggio appena pubblicato da Utet in cui racconta la storia incredibile di un luogo comune che in una quantità di lingue diverse descrive un’impresa impossibile.

 

La memoria coloniale italiana (“Sempre e solo brava gente?”) è invece al centro di un incontro tra lo storico Francesco Filippi e la scrittrice Ubah Cristina Ali Farah, che al rapporto tra l’Italia e la Somalia ha dedicato una trilogia (“Madre piccola”, “Il comandante del fiume” e “Le stazioni della luna”) da poco ristampata dalle edizioni 66thand2nd. Parla di colore dell’epidermide e razzismo Vittorio Sgarbi con Oliviero Toscani, autore di campagne indimenticabili su questo tema, mentre è dedicato a chi si spende per salvare la pelle ai migranti l’incontro tra Cecilia Strada e l’ex magistrato Gherardo Colombo, in dialogo con il curatore di Torino Spiritualità Armando Buonaiuto.

 

Da non perdere anche l’incontro con Frank Westerman, poliedrico scrittore e reporter olandese (“Pura razza bianca”, “El negro e io” e altri saggi, tutti usciti da Iperborea) in dialogo con l’antropologo Marco Aime a partire dal suo ultimo libro, “Noi umani”, viaggio tra paleontologia e antropologia a partire dagli ominidi dell’isola di Flores. Ma anche la passeggiata di sabato 24 settembre nella riserva naturale di Fondotoce in onore di Thich Nhat Hanh, maestro di spiritualità vietnamita esiliato in Francia, morto pochi mesi fa (“Camminare è la gioia”, con il sacerdote e scrittore Paolo Scquizzato e le letture di Daniela Falconi).

 

E poi ancora incontri con Fabrizio Gifuni, Valeria Parrella, lo Jan Brokken di “Anime Baltiche”, il latinista Nicola Gardini, e il monaco Enzo Bianchi, che discute con la fondatrice di Torino Spiritualità Antonella Parigi, con la monaca induista Svamini Hamsananda Giri e la monaca zen Elena Seishin Viviani dei nessi tra corpo e spiritualità e della loro evoluzione in questi 18 anni di festival. Ah, visto il tema non potevano ovviamente mancare due dermatologi: Alessandro Martella e Federica Osti, autori di “La pelle lo sa” (Mondadori). 

 

Programma completo, info e biglietteria su torinospiritualita.org