Pungono. Succhiano sangue. E si attaccano alla pelle del cane. Repellenti e controlli accurati del pelo risolvono il problema

Mi perdo nel verde della primavera con l’erba che scoppia di energia, i primi fiori e i bocci degli alberi da frutto. Passeggio senza meta nei campi con i cani. Un momento bucolico che mi riempie l’anima. Poi il ritorno a casa. Precipito nella realtà. Il controllo delle zecche. Sono antipatici animaletti con tante zampette robuste. Fanno parte della famiglia degli aracnidi. Sono minuscoli atleti che si arrampicano lungo le zampe dei cani fino ad andare a conficcare la testolina dentata sotto la pelle. Aprono la bocca e azzannano la carne, per succhiare il sangue. Difficile vederli. Di solito riesco a individuarli quando il danno ormai è fatto. Il loro corpicino si gonfia di sangue fino a diventare delle dimensioni di un nocciolo d’oliva. Un vero incubo, per noi amanti di cani e gatti. Sul mercato troviamo prodotti utili a proteggere i nostri amici a quattro zampe.

 

In anni di esperienza e di testaggio di ogni prodotto immesso sul mercato, posso dire che funzionano se usati con regolarità. Poi ci sono le pulci, i pidocchi masticatori, i flebotomi responsabili della leishmania, malattia che colpisce non solo i cani ma anche l’uomo. L’immagine bucolica delle mie passeggiate si trasforma in ansia. Sento che devo proteggere i miei quadrupedi pelosi dagli attacchi della natura. Se leggo le etichette dei prodotti anti-tutto, mi rendo conto che dentro ci sono una serie di veleni e mi chiedo se siano tossici per i cani. Poi mi affido alla scienza e ai consigli del mio veterinario.

 

Cospargo con diligenza la pelle di cani e gatti di goccioline unte e puzzolenti, metto collarini che promettono miracoli, faccio ingoiare pasticche. Insomma cerco di fare di tutto. Sono ansiosa e forse per questo mi affido alla prevenzione. Ma come si fa a impedire al cane di rotolarsi nell’erba fresca, di correre libero in un campo di fiori? Non si può tenerlo sotto ad una campana di vetro. Quindi al rientro da ogni passeggiata comincia l’ispezione. Le vedo. Piccole e maligne zecche che si arrampicano con forza lungo le frange delle zampe e sulla testa, nelle orecchie fino al muso che si è infilato ad annusare un cespuglio.

 

Dopo un paio di giorni ripeto le operazioni e scopro zecche turgide di sangue. L’istinto è quello di staccarle a mani nude, schiacciarle, bruciarle. Meglio però usare una pinzetta. Ne vendono a pochi spiccioli nei negozi per pet. Cercando con impegno certosino di toglierle senza staccare loro la testa che, se rimane conficcata sotto la pelle, provoca croste, bozzi e infezioni varie. Insomma una faticaccia. La caccia alle zecche è cominciata.

 

CAREZZE
La zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione. Usare repellenti specifici per proteggere cani e gatti. Ispezionare il pelo del pet dopo ogni passeggiata in campagna.

 

E GRAFFI
Non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati. La sofferenza indotta può provocare il rigurgito di materiale infetto e un ulteriore affondamento del parassita nella pelle dell’ospite (è un’indicazione dell’Istituto Superiore di Sanità).