Ho visto cose
I successi del governo ma soprattutto le abilità della premier Meloni sono analizzate nel puntuale “Diario del giorno” nientemeno che dal suo compagno giornalista. Che ha pensato bene di ritornare in video dopo una pausa. Come se nulla fosse
di Beatrice Dondi
Sono ormai persi nella memoria i siparietti di devozione di Emilio Fede quando, agitando mani e polsini saltellava da un elogio all’altro nei confronti dell’allora premier Silvio Berlusconi. Bei tempi andati dirà qualcuno. Ma per ogni lacrima di nostalgia che scende, c’è una soddisfazione televisiva che sale. L’ultima è firmata Andrea Giambruno, volto curato di Rete 4, che dopo una brevissima pausa decisa per ovvie questioni di opportunità, ha pensato che fosse il momento giusto per tornare davanti alle telecamere perché in fondo, essere il compagno di Giorgia Meloni non poteva di certo inficiare il suo giudizio equidistante.
Così ha ripreso le redini del “Diario del giorno”, talk pomeridiano che giunge giusto dopo le sentenze di Forum e forse non è un caso.
Giambruno, che si veste solo di blu Cina neanche si fosse per assurdo rivolto a un’armocromista, analizza con i suoi ospiti, da Feltri a Pivetti, i fatti salienti riconducibili alle abili capacità del governo.
Ci sono casi in cui il collegamento viene facile, che so, il video spot del premier (rigorosamente al maschile) che passeggia nelle stanze di Palazzo Chigi e che viene presentato con emozione: «Siamo in grado di fornirvi in anteprima le immagini, ve le diamo prima degli altri e sono quasi in esclusiva». Altre volte è più complesso, per esempio l’incoronazione di re Carlo III, ma basta dirigere l’entusiasmo sul fatto che Meloni sia riuscita a visitare Westminster nonostante fosse blindatissima e il gioco è fatto. Da giorni invece si parla di lavoro, perché il bisticcio con Landini sul Primo Maggio non gli è proprio andato giù: «Non capisco, non c’era enfasi, mi aspettavo gaudio, perché i provvedimenti del governo sono dalla parte dei lavoratori, altro che il sindacato che fa gli interessi solo degli iscritti».
D’altronde lo sanno tutti, il lavoro abbonda e chi si lamenta è perché sta all’opposizione. «I giovani non lo vogliono perché pretendono di uscire il week end ed evidentemente li abbiamo educati male».
Giambruno usa il tono dei telecronisti che si scaldano per la palla all’incrocio dei pali, punteggia i commenti che non sono nella sua linea con sbuffi fuori campo e quando l’irritazione sale tamburella la penna su un tavolino di metallo che produce un brusio di sottofondo che tanto piace a ogni fonico che si rispetti. La provocazione in potenza è il suo vezzo («Preciso per non essere provocatorio, vorrei fare una domanda provocatoria ma è meglio di no, non per essere provocatorio» e così via) ma il giornalismo è il suo mestiere. E quando sottolinea «Non mi fate parlare che sennò mi dicono che sono di parte» diventa impossibile non credergli.
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DA GUARDARE MA ANCHE NO
Vista la facilità con cui si trova casa nelle grandi città, c’è un programma su Real Time che casca come si dice “a fagiuolo”. “Casa a prima vista” appunto, come l’amore. Dove per sintetizzare il situazionismo a cui sono sottoposti gli acquirenti, il premio in denaro lo vincono gli agenti immobiliari.
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A una settimana dal Concertone del Primo Maggio continuano i brusii generalizzati su quanto poco fosse conosciuta la maggioranza dei cantanti sul palco. Ma ignorare gli artisti per cui trecentomila giovani hanno sopportato la pioggia per nove ore no, non è un gran vanto da esibire.