Arabopolis

Leggere le “Lezioni americane” a Tunisi

di Angiola Codacci-Pisanelli   27 luglio 2023

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Leggerezza e rapidità, esattezza e molteplicità… Un ciclo di incontri mensili dell’Istituto italiano di cultura unisce le due sponde del Mediterraneo intorno ai cinque capitoli del saggio più famoso di Italo Calvino. Dalla newsletter de L’Espresso sulla cultura araboislamica

La partenza è stata con “Leggerezza”: a confrontarsi sul significato del primo capitolo delle “Lezioni americane” di Italo Calvino visto dall’altra parte del Mediterraneo sono stati lo scrittore tunisino Chokri Mabkhout e Salah Methnani, giornalista Rai che nel 1990 pubblicò insieme a Mario Fortunato, scrittore e all’epoca redattore dell’Espresso, il memoir “Immigrato” che è stato uno dei primi successi della “narrativa migrante” italiana. Il ciclo “Calvino a Tunisi”, iniziato il 24 luglio, continua però fino a dicembre con incontri mensili, ed è un bel pretesto per organizzare un viaggio a Tunisi, o almeno per sognarlo.

 

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Protagonisti della serie di incontri organizzati dall’Istituto italiano di cultura di Tunisi sono romanzieri e illustratori tunisini, invitati ad approfondire la passione che lega il Paese allo scrittore ligure nato a Cuba giusto cento anni fa. Anche in Tunisia, come in gran parte del mondo, la fortuna di Calvino è postuma ed è legata al successo mondiale della pubblicazione delle “Lezioni americane” che furono pubblicate nel 1988, tre anni dopo la sua morte. Ed è proprio intorno ai cinque saggi raccolti in quel volume che si concentreranno gli scrittori invitati a dialogare con studiosi e giornalisti italiani nei “Dialoghi tunisini su Calvino” che si susseguiranno in luoghi culturali diversi della capitale tunisina. I cinque autori scelti dalla curatrice Chiara Comito sono noti al pubblico italiano: Chokri Mabkhout (“L’italiano”, vincitore del “Booker arabo” e tradotto in Italia dalle edizioni e/o), Inès Abassi (una sua poesia è sull’ultimo numero della rivista “Arabpop”), Azza Filali (“Outann. Ombre sul mare”, Fazi), Ali Bécheur (“Il paradiso delle donne” e “I domani di ieri”, Francesco Brioschi editore) e Amira Ghenim (“La casa dei notabili”, e/o).

Negli ultimi mesi prima della morte, Calvino aveva preparato un ciclo di conferenze che avrebbe dovuto tenere a Harvard per parlare del millennio che si avvicinava. E aveva dedicato ognuna delle conferenze che completò con una delle categorie che secondo lui avrebbero dovuto accompagnare l’umanità del Duemila: Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità e Molteplicità. Intorno a questi temi lo scrittore intreccia i fili della sua sterminata cultura e della sua fantasia inesauribile: agli scrittori tunisini il compito di riallacciare quei fili alla loro esperienza di intellettuali di un Paese in cui Calvino forse non mise mai piede...

Il prossimo appuntamento è il 14 settembre: Inès Abassi parlerà della “Rapidità” con la giornalista Marta Bellingreri, altro nome noto ai lettori de L’Espresso. Il 19 ottobre, a discutere del capitolo sulla "Visibilità”, saranno Azza Filali e Mario Sei, docente di italianistica dell’Università Manouba di Tunisi. A novembre, Ali Bécheur e l’arabista e traduttrice Elisabetta Bartuli dialogheranno  sulla “Molteplicità”. L’ultimo incontro a dicembre, intorno al tema dell’Esattezza, vedrà Amira Ghenim in dialogo con l’arabista e traduttrice Barbara Teresi.

Allo scrittore nato a Cuba nel 1923 è dedicata anche una esposizione di quadri a cura di Anna Gabai e Abir Gasmi che si terrà a ottobre, durante la Settimana della lingua italiana, e si intitola “Calvino: oltre il visibile” (Libreria Mille Feuilles, La Marsa, dal 17 ottobre). In mostra illustrazioni inedite ispirate alle opere di Calvino, realizzate da un gruppo di illustratori tunisini come Sonia Ben Salem, Aymen Mbarki, Seif Eddine Nechi, Kamal Zakour e due nomi noti ai lettori italiani: Ahmed Ben Nessib, che vive a lavora a Napoli e ha pubblicato su “ Internazionale” e “Lo Straniero”, e Othman Selmi, collaboratore di “Internazionale” e “Arabpop”.