Il settimanale, da venerdì 13 giugno, è disponibile in edicola e in app

Le crepe di Trump - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Le ambizioni di Donald Trump ora atterrano su una realtà fatta di conti in rosso, amici che se ne vanno, rivolte di piazza e contenziosi legali. “Le crepe di Trump” è il titolo del nuovo numero de L’Espresso, che si apre con due articoli dagli Stati Uniti scritti da Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni. Nel primo si parla del fattore X – cioè Elon Musk – che può sgretolare le certezze del tycoon: i repubblicani sono in subbuglio e il divorzio con il patron di X apre una partita tutta politica che può gravare sulle elezioni di midterm. Il secondo è un’intervista allo psichiatra e professore della Tufts University, Nassir Ghaemi, che ragiona sugli “stati maniacali” dei “due capi”. Massimiliano Panarari riflette sul rischio, per Trump, di diventare vittima dei suoi stessi conflitti, mentre il direttore Emilio Carelli dedica il suo editoriale alla “leadership incrinata del presidente” degli Stati Uniti. Passando a vicende nostrane, il vicedirettore Enrico Bellavia, nel suo commento, si chiede se il prezzo pagato per la scarcerazione di Giovanni Brusca sia stato equo.

 

Capitolo riarmo. L’Unione europea ha iniziato a discutere su come garantire la propria sicurezza in caso di disimpegno americano dal Vecchio continente. Federica Bianchi parla della “corsa a ostacoli” dell’Ue sul piano, mentre Gloria Riva evidenzia come ogni Stato vada per conto suo. La difesa (e la guerra) è anche il tema dell’articolo di Antonio Fico, che accende i riflettori sulla collaborazione militare tra Italia e Israele: non si è mai interrotta, nonostante la strage di Gaza. Camillo Cantarano parla delle proteste contro la futura apertura dell’azienda bellica Knds, a Sud di Roma.

 

Dopo il fallimento dei referendum, l’opinione di Sebastiano Messina riguarda le contraddizioni della sinistra sulla cittadinanza, mentre secondo Susanna Turco il problema non è il quorum non raggiunto, ma la futura piattaforma con cui le opposizioni tra due anni si presenteranno alle elezioni. E a proposito di elezioni, Giuliano Torlontano parla della grande corsa al centro dove fioccano nomi di possibili federatori: in questa partita potrebbe entrare anche l’ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

 

Sergio Rizzo indaga “collaudi e arbitrati a peso d’oro” del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Carlo Tecce evidenzia la perdita di tempo del governo sul tema disabilità. Marco Antonellis parla del “risiko di Meloni e del Papa”, mentre Francesca Barra di ciò che serve ai nostri ragazzi: lezioni d’amore. Giugno è il mese del Pride e L’Espresso – da sempre coinvolto nella battaglia per i diritti – affronta il tema con due articoli: Gennaro Tortorelli accende un faro sulle violenze contro la comunità Lgbtqia+, Federica Bianchi fa il punto sulle legislazioni europee sui transgender. Marco Roberti, poi, parla del processo in corso a Roma sul torturatore uruguaiano Jorge Fernandez Nestor Troccoli, che guidava uno degli squadroni della dittatura di Montevideo.

 

L’inchiesta firmata da Gianfrancesco Turano fa luce sull’inefficacia dei commissariamenti per mafia, partendo dal “caso San Luca” e dal recente scioglimento della Fondazione Corrado Alvaro. Dalla Georgia, invece, arriva un reportage di Ingrid Germana, Olivia Acland e Stefano Vergine: dal Paese caucasico l’Italia importa grandi quantità di manganese, ma la sua estrazione ha un impatto devastante sugli abitanti e sull’ambiente. Le pagine di esteri proseguono con un articolo sui tagli della Casa Bianca al programma contro l’Hiv (di Jessica Mariana Masucci), mentre Massimo Morello descrive le “spam city” del Sudest asiatico.

 

Le pagine di Economia si aprono con una riflessione di Eugenio Occorsio sulla possibilità che l’euro possa rimpiazzare il dollaro come bene rifugio, sfruttando le “folli politiche di Trump”. Carlo Cottarelli evidenzia le ragioni dietro la crisi del calcio, tra “avidità di Uefa e Fifa” e “investitori dall’estero senza freni”. Marco Montemagno si chiede, dopo lo scontro Trump-Musk, “a chi abbiamo lasciato le chiavi del nostro futuro”, Valerio Berruti parla della Mille Miglia che riparte il 17 giugno. Marta Di Donfrancesco recensisce il libro dell’ex presidente e ad di Sport e salute, Vito Cozzoli, “L’anima sociale e industriale dello sport”.

 

La sezione culturale si apre con un colloquio di Sabina Minardi con Giancarlo De Cataldo, alla vigilia della tredicesima edizione di Salerno Letteratura, mentre Fabio Ferzetti parla delle “mille vite” di Kim Novak, che riceverà a Venezia il Leone d’oro alla carriera. Claudia Catalli intervista il regista iraniano Ali Ahmadzadeh che, con il suo “Buonanotte a Teheran”,  è in gara al Milano Film Fest. In questo numero L’Espresso pubblica anche un testo inedito di Michela Murgia, “Il segreto della mimosa pudica”. Minardi, per la sua rubrica “Libri”, presenta “Lo sbircio” di Alcide Pierantozzi, mentre Beatrice Dondi in “Ho visto cose” parla dei palinsesti televisivi che in estate si fanno creativi. Questo numero de L’Espresso si chiude, come sempre, con l’opinione di Loredana Lipperini, che sostiene che la crociata contro i cellulari a scuola sia sbagliata.

LEGGI ANCHE

L'E COMMUNITY

Entra nella nostra community Whatsapp

L'edicola

Le crepe di Trump - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso

Il settimanale, da venerdì 13 giugno, è disponibile in edicola e in app