Il grande cuore di Marcantonio. Gli antichi cavalletti di Fato. La titanica sagoma di Pavone. Artisti nel Parco Nazionale d’Abruzzo

Al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise bisognerebbe almeno una volta nella vita provare ad andare soli. Non vogliamo cadere nella retorica del “ritrovare se stessi”, ma anzi spingerci verso un nuovo significato della parola solitudine. D’altronde come si può pensare di non avere compagnia in quel posto abitato da 67 specie di mammiferi, 230 di uccelli, 14 di rettili, 12 di anfibi, 15 di pesci, e 4.764 specie di insetti? E se non a tutti è dato il privilegio di incontrare l’orso bruno marsicano o il camoscio appenninico, da questa estate i loro occhi saranno comunque puntati su di noi attraverso l’arte: il collettivo Accademia di Aracne li ha realizzati all’uncinetto e ci ha avvolto alcuni alberi del parco.

 

Ci sono anche il lupo, il cervo, la volpe, l’aquila, il gufo e molti altri sguardi coloratissimi, addirittura un po’ psichedelici. Sembra un’allucinazione, una di quelle che i nativi americani cercavano con strane piante in alcuni rituali religiosi proprio per favorire il contatto con il mondo degli spiriti. Questa installazione si chiama Totemi e infatti questi alberi sembrano totem, termine utilizzato proprio dai nativi americani per indicare l’animale ritenuto spirito protettore. Accademia di Aracne sancisce quel legame mistico che c’è tra esseri umani e natura e la sensazione è che quelle trame di maglia siano sempre state lì, come una sorta di abbraccio. Bandiere delicate che ci ricordano il rispetto.

 

Tutto questo è stato reso possibile grazie ad ARTEPARCO, iniziativa che porta l’arte contemporaneo all’interno del Parco Nazionale giunta alla sua sesta edizione. L’ideatore è Paride Vitale, imprenditore della cultura abruzzese e “in prestito” a Milano, che il grande pubblico ha potuto conoscere accanto a Victoria Cabello prima come vincitori di Pechino Express e poi come coppia in Viaggi Pazzeschi (un duo comico straordinario e non so perché più che a Totò e Peppino o Bud Spencer e Terence Hill, per l’equilibrio del rapporto mi fanno pensare a Tomas Milian e Bombolo).

 

Grazie ad ARTEPARCO grandi artisti sono atterrati lì con opere che mettono al centro il dialogo con la natura: c’è un grande cuore di Marcantonio, gli antichi cavalletti da pittore che non hanno bisogno di tela (gli scorsi che inquadrano lo diventano naturalmente) di Matteo Fato, la titanica sagoma che nasce albero e si conclude braccio umano di Alessandro Pavone. Tutte queste sono realizzate totalmente in legno, mentre è in ceramica il corno che germoglia dalla terra di Sissi e in acciaio l’enorme bambino di Valerio Berruti che spunta da una roccia e sembra gridare “liberi tutti!”, come si usava quando si giocava a nascondino.

 

LUCI
La Nasa, con il progetto Lunar Codex, manderà sulla luna 30mila opere di altrettanti artisti provenienti da 157 Paesi diversi: «la nostra speranza è che i futuri viaggiatori che troveranno queste capsule del tempo scopriranno alcune delle ricchezze del nostro mondo oggi» ha detto il responsabile dell’operazione.

 

E OMBRE
Dal ’91 a Castel di Tusa c’è un capolavoro di struttura che si chiama Museo Albergo Atelier sul Mare, le cui stanze portano la firma di grandi artisti contemporanei internazionali. È stato chiuso per irregolarità nella struttura e il fondatore, deluso dal menefreghismo delle istituzioni, fa sapere che non sa se riaprirà.