Le gaudenti note

Altro che popstar nei palasport: i concerti migliori li fa chi ha i capelli bianchi

di Gino Castaldo   11 gennaio 2024

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Paolo Conte alla Scala. De Gregori e Venditti in cd dal vivo. Così i grandi del passato continuano a scrivere le pagine migliori della musica d'autore

In questo strano mondo di musiche torna anche il desiderio di dischi dal vivo, alla maniera classica, con eventi al limite della favola. Questo sono, per diversi motivi, i live di De Gregori e Venditti e quello di Paolo Conte. 

 

Il primo ha a che vedere con una storia nata quasi per caso a giugno del 2022 e proseguita a furor di popolo fino allo scorso dicembre, cresciuta nel tempo e diventata inevitabilmente un disco, con un titolo semplice e vezzosamante presuntuoso: “Il concerto”, come dire non “un” concerto come un altro, ma “il” concerto, ed è certo che mettendo insieme i due repertori fanno un’impressionante mole di materiale. 

 

Il disco diventa la rassicurante testimonianza di un bell’evento della musica italiana, prima di tutto come segno, come simbolo di una collaborazione che tra i due, benché amici, benché condividessero origini comuni, non c’era mai stata. Ha qualcosa di tenero, romantico, e il successo del tour conferma un vuoto enorme che oggi si percepisce per tutto un mondo della canzone d’autore che è stata assoluta protagonista della nostra storia e oggi fatica addirittura a sopravvivere. 

 

Nello stesso segno è arrivato il prezioso documento di Paolo Conte alla Scala, sottotitolo “Il maestro è nell’anima”, salutato come un punto di arrivo, un omaggio, ovviamente con l’inevitabile codazzo di polemiche sull’opportunità di accogliere nel Tempio un protagonista della musica popolare. Ora il solo fatto che si possa dubitarne è il segno dell’arretratezza del nostro paese. E proprio per questo dovremmo evitare di gioire troppo immaginando Conte alla Scala come una conquista, come se ancora ci fosse una sorta di complesso di inferiorità nei confronti della musica classica. 

 

Conte alla Scala dovrebbe essere una circostanza del tutto normale, ma è comunque bello immaginare il sornione baffo del Maestro incorniciato da una così bella scenografia. Anche i cigni si erano fermati ad ascoltare.