Le gaudenti note
Dieci cose da fare per salvarci da tutta questa musica spazzatura
Il livello medio della musica non è mai stato così basso e come non mai avremmo bisogno di disintossicarci le orecchie. Quindi proviamo a cominciare il nuovo anno con qualche buon proposito quantomai urgente
C'è urgenza di buoni propositi, e non è un modo di dire. Il livello medio della musica non è mai stato così basso. C’è una spaccatura fragorosa tra un mercato selvaggio e onnivoro che sembra assorbire tutto e un ricercato mondo di musica di qualità che vive ai margini, nobilmente ma silenziosamente. Cala vistosamente anche il tono delle discussioni, si percepisce acredine, veleno, si polemizza su tutto, senza mai entrare nel merito.
Stiamo gettando via una fondamentale risorsa della nostra cultura nazionale. Secoli fa della musica Schopenhauer diceva: «La musica oltrepassa le idee, è del tutto indipendente anche dal mondo fenomenico, semplicemente lo ignora, e in un certo modo potrebbe continuare ad esistere anche se il mondo non esistesse più: cosa che non si può dire delle altre arti». Concetto meraviglioso che riletto oggi fa una certa impressione. Anche senza scomodare grandi pensatori, il degrado risulta evidente.
E allora proviamo a farli questi nuovi buoni propositi. Primo: ricordare che cos’è la musica, e cosa può essere. Secondo: smorzare i toni delle polemiche, sempre più strumentali, fatue, personali, livorose. Terzo: discutere, polemizzare, perfino litigare, ma su questioni di sostanza. Quarto: disintossiccare le nostre orecchie. Individuare ed eliminare il doping che altera i valori del sistema. Quinto: non criminalizzare il pop, anzi, ma smettere di considerarlo come l’unica possibilità. Sesto: non accettare passivamente l’esistente. Settimo: essere esigenti. Ottavo: ricordare che abbiamo perso qualcosa che dobbiamo riprenderci. Nono: ricordare che la buona musica è anche più divertente, più appassionante, più gratificante. Decimo: ricominciare a sognare, volare, osare, amare.
Poi spediamo la letterina alle divinità delle musica, e speriamo nell’anno nuovo. Quando si arriva al fondo, come diceva Freak Antoni, si può sempre cominciare a scavare, ma si può anche tentare di risalire alla luce.