Attualità
31 dicembre, 2025Il settimanale, da venerdì 2 gennaio, è disponibile in edicola e in app
Per il primo numero del 2026, L’Espresso porta i potenti alla lavagna. Buoni e cattivi, preparati e ripetenti. E tra stroncature e insufficienze spicca perfino qualche promosso. “Capire il tempo che viene è il primo modo per non subirlo”, scrive nel suo editoriale il direttore Emilio Carelli. E l’anno che verrà, spiega Carlo Tecce nell’articolo che introduce le pagelle del potere, somiglia a un intervallo, sospeso tra guerra e pace, tra democrazia e autoritarismo. In un Paese sempre più marginale, dovranno farsi coraggio i 12 leader italiani scrutinati da L’Espresso. Tra i promossi: Sergio Mattarella (a pieni voti), Silvia Salis, papa Leone XIV, Sigfrido Ranucci, Gerry Scotti, Paola Egonu e Jannik Sinner. Rimandate Giorgia Meloni ed Elly Schlein; bocciati Carlo Nordio, Eugenia Roccella e John Elkann. Anche i protagonisti della politica europea non sfuggono all’interrogazione, i voti li dà Federica Bianchi. Bene Pedro Sánchez, sufficienza per Keir Starmer, gli altri da rivedere.
Il commento del vicedirettore Enrico Bellavia si concentra sulla riforma della Corte dei Conti, voluta dal governo: un salvacondotto per gli amministratori pubblici, con la scusa della semplificazione. Sebastiano Messina affronta il dilemma del riarmo europeo. Susanna Turco racconta il fronte del no al referendum sulla giustizia. Sempre più largo. Intanto le urne, anticipa Marco Antonellis, potrebbero essere più vicine di quanto pensiamo.
Partiti per fare il servizio civile, si sono ritrovati a raccogliere olive, braccianti in Grecia. È la storia surreale raccontata da Anita Fallani. Serenella Bettin fa un resoconto di tutte le incongruenze sulla morte di David Rossi. Ora con la perizia dei Ris ci sono nuovi elementi per riaprire le indagini. Sergio Rizzo fa luce su un sistema di nomine politiche a presidio di parchi e riserve naturali. Diletta Bellotti denuncia il precariato dei lavoratori del museo più visitato d’Italia: le Gallerie degli Uffizi. Vincenzo Schettini, il professore di fisica più amato del web, parla del suo nuovo libro con Francesca Barra. “L’inno di Mameli è un canto di pace”, Massimo Castoldi interviene sulla polemica legata al “sì”.
L’opposizione alle politiche migratorie di Trump arriva anche dai movimenti cattolici, segnala Marco Grieco. Per la sezione esteri, Daniele Mastrogiacomo racconta l’Iran che si ribella a ritmo di musica e Federica Urzo intervista Taghi Rahmani, marito dell’attivista premio Nobel Narges Mohammadi. Gianfrancesco Turano firma da Chennai un reportage sulla campagna elettorale nelle ultime enclave comuniste dell’India meridionale. Alae Al Said dà voce a Hamza Amro Sbah e Abd Al Said, due orfani nell’inferno di Gaza. Senza patria e sotto attacco, Lidia Ginestra Giuffrida ricostruisce la storia e il destino dei drusi sulle alture del Golan. Chiudono gli esteri due focus sul traffico di cocaina e armi firmati rispettivamente da Simone Baglivo e Futura D’Aprile.
L’economia inizia dal ritratto a cura di Gloria Riva di Enrico Marchi, l’editore veneto in trattativa con Elkann per comprare La Stampa. Eugenio Occorsio spiega le ragioni della retromarcia di Trump sui dazi. Gli algoritmi ci stanno cambiando la vita, ma non senza costi: Alessandro Longo descrive i trucchi usati dalle piattaforme online per manipolare gli utenti, Marco Montemagno evidenzia la deriva nonsense di YouTube e Laura Carrer intervista un’ex addestratrice di intelligenze artificiali, costretta a scrivere richieste sempre più disturbanti.
Le pagine culturali si aprono con un’ampia intervista di Beatrice Dondi a Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, gli sceneggiatori che hanno dato vita a “Gomorra – Le origini”, prequel della saga tratta dal romanzo di Roberto Saviano. Quando, negli anni Settanta, Savastano era solo Pietro. A seguire, Maria Giovanna Luini indaga la bellezza dei riti di passaggio, tra amori inaspettati e traslochi; Claudia Catalli dialoga con l’attrice francese Juliette Binoche, su cinema e impegno; Emanuele Coen intervista il grande violinista Salvatore Accardo e racconta in un reportage l’Accademia Stauffer a Cremona; Fabrizia Ferrazzoli narra la storia di una libreria che agita la scena underground a Parigi. Infine, Giulia Rugolo scrive del progetto messo a punto da un team di ricercatori: un prompt sotto forma di poesia che confonde l’intelligenza artificiale.
Buon anno a tutti, promossi e bocciati.
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