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Siamo tutti Egonu e Sinner
Nel dopoguerra era la rivalità tra Coppi e Bartali. Poi “Tomba la Bomba”, la Divina, The Doctor. Oggi sono le star della pallavolo e del tennis a sfidare gli stereotipi sull’italianità
Com'è cambiato il Paese da quando a infiammare gli animi era la rivalità ciclistica tra Coppi e Bartali. Gino Bartali, il vecchio campione, eroe partigiano e fervente cattolico, la cui supremazia viene messa in discussione dal più giovane Fausto Coppi, con simpatie socialiste, scandaloso per il suo amore per una donna sposata: la Dama Bianca. Morirà il 2 gennaio del 1960, per i postumi della malaria, tragica ironia, all’alba del decennio del ‘68, un anno che gli sarebbe stato amico. Com'è cambiato il Paese dall'11 luglio 1982, quando l'Italia batte la Germania 3-1, sul finire degli anni di piombo, segnati dagli scontri tra estremismi, dalle bombe e dagli attentati.
L'icona qui è una nazionale intera che costringe ad un abbraccio collettivo e liberatorio: siamo tutti Paolo Rossi. Nel 1994 Silvio Berlusconi vince le elezioni e la Coppa del mondo di sci alpino la vince Alberto Tomba, "Tomba La Bomba", un bomber che calca le piste da sci con tempismi televisivi perfetti. Un ragazzone emiliano che conquista le vette più alte, innevate e non, sembra un telefilm di Italia 1. Un po’ sarà cambiato il Paese rispetto ai primi anni 2000, quando la globalizzazione spaventava e a emergere era Francesco Totti, che sposa Ilary Blasi. Icona popolare, figlio di Roma, un calciatore con vizi, sogni e virtù “di provincia”. Crolla Lehman Brothers, è il 2008, i figli scoprono che andrà peggio a loro che ai propri padri. E a sbucare dalle acque è Federica Pellegrini, la "Divina”, non se ne vedevano dai tempi della Callas. Bella e complessa, un personaggio femminile a tutto tondo. Nel 2009 nella piscina del Foro Italico fa il record del mondo dei 200 e dei 400 metri stile libero. La favola della fenice ha il suo lieto fine, non si può dire lo stesso per l’Italia.
Valentino Rossi, campionissimo di motociclismo, fa impazzire le folle, eterno ragazzo, sempre allegro e brillante. Fino al 23 ottobre del 2011, quando sulla pista di Sepang investe fatalmente, insieme a Colin Edwards, il suo erede designato Marco Simoncelli. Mario Balotelli, “super Mario”, genitori ghanesi e bresciano d'adozione, campione fin troppo annunciato, disattende le aspettative altissime che si riversavano su di lui. Quasi un simbolo di quanto l’integrazione sia un percorso ad ostacoli. L'eroe tragico Marco Pantani, che ha scalato l'Olimpo per poi precipitare senza mai rialzarsi. Eroe per un giorno, Marcel Jacobs, che compie l'impresa più inverosimile di tutte: vince i 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo e l'Italia, ancora alle prese con la pandemia, dal divano guarda incredula e di colpo crede nei miracoli. Non è mai una questione di sport o di persone, ma di idee e di come queste si incarnino nei miti dello sport.
Viene da chiedersi nel 2023 quali atleti siano stati eletti dall'inconscio collettivo ad icone nazionali e popolari. Cristallizzare la contemporaneità è sempre arduo, ma ad emergere dal flusso continuo dell’oggi dove tutto scorre e sfugge, chatta e posta, sono Jannik Sinner e Paola Egonu.
Jannik Sinner, 22 anni, di San Candido, è il personaggio più googlato in Italia nel 2023. Tennista, lo sport dove campioni come Federer, Nadal e Djokovic se la battono con la Coca-Cola in tema di popolarità globale. Mai un italiano è stato numero 1 del mondo, la sola idea che un giorno Sinner lo sia, ci fa sognare. Altoatesino, capelli rossi, mai gradasso, non trasmette nessuna carica erotica. Eppure, quando ha rimontato Novak Djokovic in Coppa Davis da 0-40, per poi batterlo è stato un orgasmo collettivo. Un po' nerd, le sue dichiarazioni sono sempre un inno alla buona volontà e al duro lavoro, del tipo: «I calciatori scommettono per noia? Io non so cosa sia». Concetti spesso espressi in un inglese perfetto, antimaccheronismo allo stato puro.
Paola Egonu, pallavolista, 25 anni, nata a Cittadella in provincia di Padova da genitori nigeriani, fa la sua entrata sui rotocalchi nel 2018, quando vince con la nazionale la medaglia d’argento, dopo la sconfitta in finale bacia in diretta la fidanzata di allora Kasia Skorupa. Mondiali 2022, dopo la vittoria della medaglia di bronzo, annuncia l’addio alla nazionale lanciando gravissime accuse di razzismo. Europei 2023, torna, ma la più forte pallavolista italiana di sempre viene lasciata in panchina, chiamata in campo con il contagocce quasi fosse in castigo. Con altre sue colleghe aveva chiesto la testa dell’allenatore Davide Mazzanti, dopo i mondiali del 2022, invano. Alla fine però si dimette, segnando la vittoria delle giocatrici e delle loro istanze. Ora a Paola Egonu non rimane che farci vincere l’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, quante rivalse, in un colpo solo. Con Jannik e Paola assistiamo ad un’evoluzione delle icone nazional-popolari, così lontane dallo stereotipo di italiani che ci siamo e ci hanno cucito addosso. Rispecchiano la loro generazione, fluida e globalizzata, Netflix e TikTok. E forse, finiremo per assomigliare a chi, questa bandiera, la porta in alto: capelli rossi e pelle nera.