Esperimenti spaziali riusciti, ma è mancato l’effetto wow del ritorno a terra del razzo SuperHeavy, che in molti avevamo dato per scontato.

Il sesto volo della Starship non è stata un’operazione “no waste” e senza sprechi, come ci si aspettava. La rivoluzione che era stata avviata il 13 ottobre - con il quinto lancio di Starship e la cattura a terra del razzo SuperHeavy da parte delle braccia meccaniche Mechazilla - ha subito ora una battuta d’arresto. A distanza di un solo mese e proprio durante il sesto test, SpaceX ha interrotto il tentativo di catturare Starship, optando per un ammaraggio nell’oceano. Il razzo di 121 metri, il più grande che sia mai stato costruito, è composto dal booster “SuperHeavy” e dalla navicella “Starship” ed è stato lanciato in perfetto orario (alle 23.00 ora italiana) dalla Starbase di SpaceX a Boca Chica in Texas.

 

 

Banana Meme 

Durante le operazioni di preparazione della missione in molti avevano notato un particolare che “adornava” il mega razzo: una gigantesca banana stilizzata con un’altra banana più piccola. Una citazione del meme “banana for scale” che spopola sui social americani dal 2005, e che usa appunto una banana come unità di misura di altri oggetti. Di sicuro una strizzatina d’occhio al popolo dei gadget, visto che per la prima volta Ship ha portato a bordo un carico, e si è trattato proprio di una banana di pelouche, che durante le fasi della missione spaziale è stata più volte inquadrata da una telecamera interna. La banana, legata a dei cavi di acciaio, è stata utilizzata come segnalatore dell’ingresso nell’area a gravità zero. Ed è anche in pre-vendita sul sito di Starship, a 30 dollari, con consegna prevista a marzo 2025. (Embed: https://shop.spacex.com/products/spacex-starship-flight-6-banana)

 

Missione a mezzo sorriso

Il megarocket di SpaceX è stato lanciato verso la sesta missione dai suoi 33 motori a razzo Raptor – alimentati da metano liquido e ossigeno liquido super-raffreddato, ciascuno dei quali produce una spinta doppia rispetto a un Boing 747 - sotto gli occhi del neo eletto presidente degli USA, Donald Trump che si era recato in loco proprio per celebrare questo momento con l’amico Elon Musk. Subito dopo il lancio il SuperHeavy - il primo stadio del rocket - staccatosi dalla navicella Ship ha cominciato il boostback, la discesa verso la rampa di lancio, mentre noi tutti eravamo pronti a rivivere l’emozione del recupero del razzo a terra, com’era successo per la prima volta un mese fa, volevamo conoscerne più dettagli, stupirci ancora una volta di questo incredibile affascinante abbraccio meccanico di Mechazilla al razzo. E invece qualcosa è andato storto, e il direttore di volo ha dirottato il razzo, un cilindro infuocato di 70 metri, verso il mare aperto nel Golfo del Messico, dove è ammarato in sicurezza sette minuti dopo il lancio.

 

 

L’interesse della Nasa

La Nasa ha scelto Starship come primo lander con equipaggio per il programma di esplorazione della luna Artemis 3 che nel 2026 porterà gli astronauti Nasa sulla Luna. Dal canto loro, la navicella Starship e il razzo Super Heavy di SpaceX puntano a ridisegnare la logistica delle missioni spaziali: si tratta, dicevamo, di un sistema che punta ad essere riutilizzabile – con conseguente drastico abbattimento dei costi – che potrà veicolare merci ed equipaggio sul satellite terrestre. “Starship è il veicolo di lancio più potente mai sviluppato al Mondo – si legge sul sito di SpaceX – in grado di trasportare fino a 150 tonnellate metriche completamente riutilizzabili”. La ricerca fa parte del progetto della Nasa nell’ambito della missione Artemis, che riporterà uomini e donne sulla Luna entro il 2030, e che nella visione di Musk dovrebbe poi consentire di spingersi fino a Marte. In questa eccezionale partita a scacchi con la scienza, nella precedente missione 5 si era già compiuto un eccezionale esperimento, strettamente legato alle future operazioni di Artemis: il trasferimento di migliaia di chili di propellente criogenico tra i serbatoi interni durante la fase costiera della navicella. Le operazioni di dimostrazione del trasferimento del propellente sono state completate e il team NASA-SpaceX hanno esaminato i dati di volo ricevuti. L’Agenzia americana collabora con SpaceX su diversi fronti per sviluppare il sistema di atterraggio umano, che durante la missione Artemis III, in programma per il 2026, porterà gli astronauti nei pressi del Polo Sud della Luna.

 

E la Missione 7?

È certo che si punta al riuso della navicella Ship, ma se questo avverrà già nella missione 7 non è dato saperlo. E’ garantito che servirà più tempo per preparare il prossimo esperimento spaziale di Starship, che fino ad ora ha visto il mega-rocket volare già sei volte: nell’aprile e novembre 2023, poi a marzo, giugno, ottobre e novembre 2024. Musk sembra conti di effettuare 25 lanci Starship nel 2025, per arrivare forse a 100 già l’anno successivo. Sembrano delle previsioni assurde, ma non se si considera che SpaceX ha già all’attivo 113 missioni Falcon9 nel solo 2024.