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La nuova Russia, ritratto di un Paese che cambia

di Sabina Minardi   14 marzo 2024

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Israel Joshua Singer viaggia, nel 1926, per le campagne e le città di Bielorussia e Ucraina, attraversando fattorie collettive e colonie ebraiche. Il risultato è un appassionante reportage sull'anima di un popolo, e su un comunismo sempre più di facciata

Leggere oggi “La nuova Russia” di Israel Joshua Singer, reportage compiuto nell’autunno del 1926 per il quotidiano yiddish di New York Forverts, è finire sbalzati dentro un inconfondibile immaginario di luoghi e di persone, letterari in primo luogo, che fa a pugni con la contemporaneità. E rimescola emozioni, informazioni, incanta con la traduzione spigliata e insieme porosa di Marina Morpurgo nell’edizione che Adelphi ha appena mandato in libreria (a cura di Elisabetta Zevi).

 

Per Singer, l’autore de “La famiglia Karnowski”, fratello maggiore del Nobel Isaac Bashevis Singer, emigrato negli Stati Uniti lasciandosi alle spalle un durissimo rapporto familiare, in contrasto con la fede religiosa del padre e critico verso la sinistra yiddish, si tratta di un ritorno nel Paese. Un primo viaggio, nel 1918, lo aveva lasciato deluso e amareggiato dall’esperienza bolscevica. La seconda volta è lo stupore a guidarlo: lo sguardo, attento e umanissimo, si poggia su come la rivoluzione abbia cambiato la vita della gente, impoverendola, e la stessa cultura yiddish si stia sfrangiando, «rendendo gli ebrei simili ai gentili». 

 

Effetto del trionfo della Nep, la Nuova politica economica istituita da Lenin: nelle intenzioni per fronteggiare la miseria, nella pratica, osserva Francesco Maria Cataluccio in una puntuale nota finale, «la Nep pare un tradimento degli ideali socialisti: la creazione di una classe di “nuovi ricchi” avidi ed egoisti, con il corollario di automobili, bordelli e agi borghesi». Le contraddizioni saltano all’occhio dello scrittore: come in quell’articolo dedicato a Mosca che alterna entusiasmo per «la più amorevole madre del mondo», protettrice dei piccoli e degli operai, con scuole, orfanotrofi e istituzioni per i giovani, alla descrizione di una «matrigna» che affama i figli, riversando sulle strade bambini nudi, mendicanti, fanciulle senza casa che vendono a chiunque il loro corpo. O come nei tanti incontri di cui è punteggiata la raccolta: figure minori che entrano nel cuore in un istante, come lo struggente ex insegnante che domanda un rublo per continuare a bere. Del comunismo, nel quale in tanti avevano creduto, non c’è più traccia.

 

LA NUOVA RUSSIA
I. J. Singer
Adelphi, pp. 276, € 19