I due artisti fanno insieme un disco e un concerto. Due mondi all'apparenza lontani uniti dall'amore per la musica

Poi dice che in musica non accada più nulla di sorprendente. Accade eccome. Al primo annuncio, l’idea di Francesco De Gregori e Checco Zalone che escono con un disco insieme (e un solo, per ora, concerto programmato il 5 di giugno a Roma alle Terme di Caracalla) ha un sapore esotico e divertente. Sembrerebbe quasi frutto di una storiella alla Paolo Conte, di cui del resto nel disco, in uscita il 16 aprile col titolo di “Pastiche”, interpretano un pezzo ovvero “Pittori della domenica”, un gioiello nascosto della canzone italiana. Il testo dice: «Èccoli lì, lungo le strade, come a cercare segrete plaghe, le mogli a casa sempre arrabbiate, per qualche ora le hanno ripudiate, generalmente han sguardi buoni, sovente ingenui e un po da bambinoni, c’è sempre in loro un po’ di dramma, a capirli solo la loro mamma», e sembra di vederli i due che la propongono sornioni, quasi un ironico autoritratto di coppia, in cerca di una buona epigrafe da viaggio, e questa lo è, senza alcun dubbio.

 

Le novità contenute nel progetto sono molte: oltre a proporre alcune sue canzoni, De Gregori interpreta pezzi di altri e, ancora più sorprendentemente, non si limita a riproporre Conte, Venditti e Pino Daniele, si allunga fino a Nino Manfredi e, udite udite, a due pezzi firmati da Checco Zalone, il quale nel disco occupa il ruolo del pianista, serio e preparato accompagnatore d’eccezione di questo viaggio insolito. Ma tutto questo è nulla di fronte al primo e più singolare dei quesiti. Come può essere successo che il più rigoroso, attento, selettivo dei nostri cantautori, l’altero Principe che poco o nulla concede al mondo dello spettacolo fuori dal suo specifico artistico, sia arrivato a incidere un disco con un comico?

 

Ma è proprio questo il bello della storia, poter smentire se stessi, cosa che rimane un privilegio degli artisti di rango, percorrere strade diverse e celebrare un incontro che ha il gusto dell’imprevisto. Sorpresa certo, ma la storia ha un gustoso inizio che risale a qualche anno fa quando dal nulla venne fuori, e non era scontato, che il De Gregori aveva un debole per Checco Zalone, e ancora oggi ribadisce di essere un fan dei suoi film.

 

Da qui e da una precedente devozione da parte di Checco Zalone nei confronti della miglior canzone italiana, e quindi anche di Francesco De Gregori, è nata un’amicizia, la voglia di condividere momenti di vita e infine, perché no, anche un  progetto di musica, visto che il suddetto Zalone se c’è una cosa che prende sul serio è proprio la musica e che, non secondariamente, è un valente musicista.

 

UP
Che sia stato scelto Shablo come Maestro Concertatore della edizione 2024 della Notte della taranta è una bella notizia. È il giusto modo di rinnovare il prodigio di quell’evento con una visione contemporanea della musica. La Taranta merita rispetto e merita linfa sempre nuova.

 

& DOWN
Va a cantare a casa del diavolo. Ma non gli basta. Pupo, per giustificare il suo concerto al teatro del Cremlino a Mosca, si è sentito in dovere di spiegare: non lo faccio per i soldi, lo faccio come gesto di pace. Cioè? Crede che cantare “Solo noi” davanti ai notabili russi li convinca a desistere dalla guerra?