Mondi di carta

Horror, teatro, economia. La carica delle piccole case editrici

di Aisha Cerami   14 giugno 2024

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La redazione di Mercurio

Per i lettori più curiosi in pochi mesi sono nate molte nuove realtà editoriali. Che intorno ai libri costruiscono comunità. E rituali

Negli ultimi mesi in Italia hanno esordito numerose piccole case editrici. Un fatto sorprendente, se si pensa all’enormità delle proposte che invadono le librerie del nostro Paese. Abbiamo davvero bisogno di nuove realtà editoriali, in un mare di uscite che a stento i lettori riescono a notare? Probabilmente la risposta è sì. E proprio perché di libri ce ne sono troppi.

 

Chi ama leggere, chi ama comprare, chi ama collezionare o regalare libri vuole essere guidato e coinvolto. Quello che interessa di più è l’ “oggetto” in sé: l’oggetto, e l’esperienza intorno all’oggetto. I nuovi lettori sono attratti dall’avvenimento-libro. Un libro deve essere mostrato, deve sedurre sin dalla copertina, deve far parte di un disegno più grande. I lettori non cercano solo la storia ben scritta, ma desiderano partecipare a un evento: la lettura, che non è più un’attività solitaria, ma condivisa. E anche chi non ha subìto il fascino delle influencer, si aspetta comunque di essere stupito. Ed è per questo che le novità sono attese. Perché portano con sé la speranza, quella speranza che ci spinge a curiosare.

 

Ci sono troppi libri che fanno parte del solito panorama, al quale ci si abitua. Avere la possibilità di scovare tesori, di farsi sorprendere, di intraprendere un cammino esplorativo comune, piace di più. E probabilmente chi ha deciso di mettersi in gioco, di rischiare aprendo una casa editrice oggi, ha il sospetto che il lettore abbia bisogno di stimoli inediti e che abbia voglia di partecipare a un viaggio che lo coinvolga, che gli faccia credere che in questo mare si possono ancora pescare pesci mai visti.

 

«Abbiamo voluto creare una casa per tutte le persone che, come noi, sono in cerca di storie. Di voci autentiche, di emozioni». Matteo Trevisani, uno degli editor della casa editrice romana Mercurio che ha debuttato all’inizio di maggio con il suo primo romanzo splatter, violento e scioccante “Maeve”, della scrittrice americana CJ Leede, così spiega perché investire in un’industria tanto complicata: «È indubbiamente rischioso, ma noi crediamo di poter incontrare un nuovo pubblico che abiti questo nostro mondo». Un mondo nuovo dove si viene accolti, coccolati e indirizzati verso una strada costruita apposta per chi vuole camminare insieme. «I libri di Mercurio sono narrazioni sulla soglia: al confine tra i generi letterari, tra l’oggi e il domani… Convocano un rituale collettivo». I libri di Mercurio sembrano venire da un luogo magico, un poco spaventoso. Le prossime uscite sono giocosamente tracciate su una mappa che ricorda tanto quella disegnata tra le pagine dell’Isola del tesoro. Sono libri perfetti per i social, oggetti da collezione e probabilmente di ottima qualità.

 

A marzo, invece, ha fatto capolino a Milano la casa editrice Wudz, che si occupa di scienza, letteratura, arte, musica, cinema, storia e economia. «L’idea è di creare un ecosistema culturale, un’affiliazione tra realtà diverse che condividono risorse e conoscenze e fanno dell’interdisciplinarità il proprio punto di forza». Ecosistema: una comunità di organismi che vivono nello stesso ambiente. E in questo ambiente aspettano chi come loro «non si accontenta della linearità». Il direttore editoriale Damiano Scaramella, scrittore e prima editor del Saggiatore, scrive che Wudz «è un luogo in cui stare, dove transitare, fermarsi, scoprire qualcosa». Ed ecco anche qui l’idea di un posto speciale nel quale passare il tempo. A pochi mesi dalla sua nascita, Wudz - «trascrizione fonetica del sostantivo woods (bosco, selva, foresta)» – pubblica autori come Michel Houellebecq, Steven Spielberg, David Cronenberg.

 

Ma non è finita qui. A ottobre del 2023 è nata a Piacenza la casa editrice Low: «Una grande sfida, perché se è già difficile sopravvivere nel nostro Paese facendo cultura, lo è ancora di più sotto forma di cooperativa sociale. Ma questo non ci scoraggia e ci auguriamo di invertire la tendenza, alzando la posta con il nuovo progetto di Low», sottolinea il presidente Paolo Menzani. Finalmente la parola sfida viene pronunciata. Una parola che va bene per tutti questi nuovi editori. Uomini e donne ai quali va riconosciuto il coraggio di dare le spalle al pessimismo. Il direttore editoriale Giovanni Battista Menzani spiega: «Pensiamo di dare il nostro contributo al dibattito culturale del Paese e alla circolazione delle idee, dei valori e dei temi che da sempre frequentiamo: fragilità, inclusione, marginalità, solidarietà». Con loro una grande fetta di umanità diventa protagonista del progetto.

 

Sempre a ottobre viene alla luce Fuoriscena, nuova avventura editoriale - diretta da Luisa Sacchi - che segna un ulteriore sviluppo dell’area libri di Rcs. «Il nome è una dichiarazione di intenti. Rappresenta l’identità stessa del progetto: rivelare quello che non si vede, ciò che resta dietro la scena, fuori dalla bolla mediatica. Vogliamo provare a raccontare nelle forme narrative più diverse. Arrivo da Chiarelettere e continuerò a stare nel fuoriscena del potere», spiega l’editor Maurizio Donati. Un’altra comunità da abitare, in cui i lettori si somigliano nella ricerca della verità. Roberto Saviano ha da poco pubblicato per Fuoriscena “Noi due ci apparteniamo”, un romanzo che si svolge nel mondo del crimine organizzato, pregno di sesso, intimità, amore e tradimenti. E a maggio ha debuttato in libreria con due titoli la casa editrice Ribalta Edizioni. «Doneremo uno spazio per raccontare storie attraverso il mezzo eterno della scrittura», dichiarano i responsabili. Una casa editrice con ben quattro collane: “Finzione scenica”, dedicata a forme narrative tratte dagli spettacoli teatrali degli stessi autori; “Ribalta in scena”, curata dall’attore Edoardo Leo e destinata a libri fotografici sul dietro le quinte; “Chi è di scena” (che esordirà in ottobre), collana di testi teatrali integrali; e “Luna Park”, dedicata ai ragazzi.

 

All’inizio dell’anno, infine, è stata presentata al Maxxi di Roma Topic: casa editrice dedicata alla non-fiction di approfondimento, fondata dal giornalista e autore Marco Bolasco. Topic, spiegano, «vuole definire uno spazio progettuale nuovo, che prima non c’era, in cui autori e lettori possano ritrovarsi» e ospita pubblicazioni di carattere gastronomico, tecnico, scientifico e divulgativo.

 

Insomma, quello che si nota nell’esaminare le nuove e temerarie esistenze editoriali è la volontà di creare un legame di fiducia con i lettori, dove ciò che conta è l’appartenenza, l’adesione ai propositi, ai temi offerti. Piccoli mondi che, bando alle difficoltà, si impegnano a definire una possibilità a volte imprecisa, ma generosa, di identificazione collettiva.