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Il nuovo romanzo di Giovanni Grasso ci inchioda alla parte più oscura di noi
"L'amore non lo vede nessuno" ha l’andamento di un thriller, dedicato al più potente e misterioso dei sentimenti
Cosa sappiamo noi, davvero, delle vite degli altri? Non contano i legami di sangue e neanche gli anni passati accanto a una persona. Si può restare per una vita intera in compagnia di colui al quale si vuole bene senza conoscerlo veramente. Fuori da quel ruolo - quello che automaticamente assegniamo alla persona che pensiamo di conoscere - riusciamo davvero a vedere l’altro? Ed è possibile amarlo anche dopo, anche se non corrisponde a quello che pensiamo o vorremmo che fosse?
Giovanni Grasso, giornalista e scrittore, dal 2015 consigliere del presidente Sergio Mattarella per la Stampa e la Comunicazione, ha scritto un libro che racconta questo: l’amore nell’assenza. L’amore che c’è anche se non si vede. Nel difetto e nel dolore, certo, ma è lì: ineffabile. “L’amore non lo vede nessuno” s’intitola il romanzo (Rizzoli). Un giallo dove una donna, morta, ritorna. Lo fa negli occhi e nei gesti dei protagonisti, soprattutto della sorella Silvia, che dopo aver perso Federica, forse, in un incidente stradale, cerca di ricostruirne la vita parallela e lo fa con l’eco della voce della sorella alle orecchie che risuona nell’ultima telefonata attraverso le parole “minaccia” e “ricatto”. Silvia e Federica, fisicamente simili eppure così diverse. Silvia con una vita provinciale, tranquilla: un marito e dei figli. Federica, bellissima e acuta, persa nella grande città, una vita sfarzosa e privata, occultata alla famiglia e al di sopra delle proprie capacità economiche. Chi era veramente sua sorella? Cosa nascondeva? È una ricerca ossessiva quella di Silvia che la fa precipitare in un mondo fatto di segreti, tradimenti e contraddizioni. È Mister P, maturo, elegante e magnetico, l’uomo del mistero, dotato di autista e Mercedes, incontrato al cimitero di fronte alla tomba della sorella, che accompagnerà per mano Silvia dentro la vita della sorella. Il patto: una volta a settimana per sessanta minuti racconterà la storia d’amore tra lui e Federica, una storia clandestina e quindi travolgente come tutte le storie di due amanti, che altro non sono: «letteralmente persone che si amano», spiegherà lui stesso. Due sorelle, una morta e una viva, e poi due uomini che gravitano attorno a Federica, una chiavetta Usb e una vita fuori dall’ordinario. Il giallo di Grasso è una montagna russa di citazioni da decifrare: filosofiche, greche, latine, evangeliche e bibliche («Ho capito che non parlano di Dio, ma parlano di noi») e colpi di scena.
Grasso dopo aver firmato romanzi storici su fatti realmente accaduti, con questo giallo scava con le parole, scompone sgrammaticature nelle vite degli altri e poi declina l’amore: in sessuale, psichico e spirituale, lungo un viaggio vertiginoso, una caduta libera, occhi fermi sull’abisso che si spalanca quando pensiamo di vedere veramente e invece no, è un inganno. L’essenza sembra rinchiusa nel sermone di Sant’Agostino da cui proviene il titolo del romanzo: «Lei vede lui, lui vede lei, l’amore non lo vede nessuno. Eppure ciò che si ama è proprio quello che non si vede», ha scritto il vescovo di Ippona. Un libro sull’amore, sull’egoismo e in qualche modo anche sulla solitudine, che è delle famiglie, dei fratelli, come degli amanti, tutto attorno e infine dentro di noi.