Un faticoso programma quotidiano con Alessandro Greco e Greta Mauro. In cui si saltella senza sosta da un argomento all'altro senza un filo conduttore. Come se i palinsesti estivi fossero treni da riempire di carbone

Sono tutti frammenti, anche frammenti di vita, dice Alessandro Greco per riassumere “Uno Mattina Estate”, il contenitore che implacabile si abbatte all’arrivo della bella stagione sugli spettatori di Rai Uno. Proprio frammenti, o meglio briciole, sparpagliate in maniera tale che farebbero perdere sia Hänsel sia Gretel. E viene da chiedersi quale perverso meccanismo muova gli autori quando scattano i palinsesti estivi, considerati senza pietà come un treno a carbone che ha bisogno di palate generose per arrivare alla fine del percorso. 

 

Praticamente in questo sentiero fumoso il tanto atteso Greco e Greta Mauro, padroni di casa seppur gradevoli nel loro intimo, passano senza neppure l’ombra di un perché da «quanto è bella Napoli» alle strategie fiscali, dal soffritto alle arterie. E non sono esempi a caso. 

 

Greco si butta sui proverbi quando lancia i collegamenti esterni dalla nostra bella Italia, a Mauro invece spetta l’approfondimento, «e di quel fatto del G7 ne parliamo, vero?». Ma i ruoli non sono definiti: serio, faceto, quel che capita, si invertono volentieri. «Un tempo quando ti piaceva una ragazza si faceva la dichiarazione. Oggi invece parliamo della dichiarazione dei redditi», legge sul gobbo Alessandro Greco. Poi si passa a Mauro e qui l’inquadratura vale il programma: una tavola imbandita in primo piano tra melanzane e carne cruda e sullo sfondo una signora in mutande sdraiata sul lettino, mentre la conduttrice espone il tema, ovvero il problema delle vene varicose. 

 

Così si procede, mentre a casa l’impresa di trovare uno straccio di filo nel labirinto si fa più complicata. Al netto delle gaffe («Lo sbarco in Lombardia») e del senso di improvvisazione, quel che turba è il resto. Allora vai con le cravatte, no, meglio la cucina, d'altronde sono già le dieci meno un quarto, riempiamo la foglia di spinacio col salmone durante l’elogio dello scalogno, «anello di congiunzione tra il mondo della cipolla e il mondo dell’aglio». Ma voltiamo pagina, le punture moleste, Greco che plana con una battuta di peso («Sono il tuo zanzarone») e intervista la sportiva di turno nel «momento spogliatoio» che hanno chiamato così perché l’idea di nascondere delle foto nell’armadietto evidentemente è sembrata niente male. Si torna al cibo, momento peperone, e all’improvviso spazio alla cronaca nera, toni gravi, musica cupa, autopsia, cadavere, dolore, un po’ di sangue, giusto una goccia, tipo il sale, quanto basta. «Ma ora passiamo alla sfogliatella napoletana». E quando la puntata si chiude con i consigli per togliere il calcare dal water viene solo voglia di arrendersi. E confidare che l’estate duri poco.

 

 

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DA GUARDARE
“Bridgerton 3” (Netflix) è arrivato alla conclusione col rilascio degli ultimi episodi. E volendo citare una frase tra mille come breve quanto accurata sintesi della stagione targata Penelope, si potrebbe usare questa: «Ma i miei sogni?» «Quali sogni, le donne non hanno sogni. Hanno mariti».

 

MA ANCHE NO
Che l’inchiesta sulla gioventù meloniana di Fanpage trasmessa da “Piazza Pulita” (La7) sia una bomba giornalistica lo prova l’inesistente attenzione che le hanno concesso i vari Tg. In compenso però se n’è occupato Maurizio Gasparri a “L’aria che tira”: «Quelli che urlano Duce potrebbero essere dei tifosi della Casertana».