Attualità
28 agosto, 2025Il settimanale, da venerdì 29 agosto, è disponibile in edicola e in app
C’è un tipico uomo di oggi sulla copertina del nuovo numero de L’Espresso: un Atlante del Duemila che con le braccia spalancate si sforza di reggere il peso di un orologio gigantesco, simbolo di quella condanna infinita che è “Il mistero del tempo”. Uno sforzo superiore alle sue forze: fin dall’antichità, spiega Giacomo Marramao, l’essere umano cerca di risolvere questo enigma. Filosofi e scienziati lo studiano da secoli, ma nessuno ha ancora trovato la risposta: la via che porta al futuro è la speranza, risponde Antonio Spadaro, gesuita e teologo. E il direttore Emilio Carelli, nel suo editoriale, invita a cercare la risposta non all’esterno, ma dentro di noi.
Maggioranza e opposizione si affrontano nelle pagine di politica: più che un campo largo, a sinistra c’è un campo dei miracoli, ammonisce Susanna Turco, e il deputato Pd Roberto Morassut ammette: compagni, sulla gestione delle città abbiamo commesso una quantità di errori. E mentre Giuliano Torlontano punta il dito sulle liti che aspettano il governo al ritorno dalle ferie, quando arriva il momento di far quadrare i conti, Marco Antonellis rivela come Meloni cerchi l’appoggio della finanza e Sebastiano Messina ammonisce: l’insofferenza della presidente verso la stampa è un sintomo del suo fastidio per la democrazia. Sergio Rizzo invece analizza le strategie di Orazio Schillaci, ministro della Sanità, per scrollarsi di dosso il controllo di Fratelli d’Italia.
Meglio spendere per la scuola o per le armi? Il governo non ha dubbi, risponde Carlo Tecce: mentre la ripresa delle lezioni si avvicina con le solite classi fatiscenti, i fondi per la difesa aumentano. Sul fronte delle migrazioni, Matteo Giusti analizza lo sfascio della Libia che dovrebbe controllare i flussi, mentre a Ventimiglia si vuole cancellare anche il ricordo dei migranti morti nel tentativo di passare il confine (di Erica Manna). E mentre Marco Grieco saluta lo storico, primo giubileo arcobaleno, Franco Corleone rivela lo scaricabarile sui dati dei suicidi in carcere. Ed Enrico Bellavia denuncia l’eterna sete della Sicilia, la peggior violenza che si possa infliggere a una popolazione.
Nel mondo è guerra infinita: a Gaza il genocidio va avanti tra bombardamenti, esodi forzati e carestia (di Lidia Ginestra Giuffrida), in Ucraina le violenze sulle donne aumentano per colpa dei soldati russi, ma anche degli ucraini che tornano dal fronte devastati da quello che hanno vissuto (di Giulia Palladini), nel Caucaso la pace passa per la costruzione di una strada (di Luna De Bartolo). E mentre l’impotenza degli Usa nel fermare i conflitti è sempre più evidente, Trump, scrivono Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni, sogna il premio Nobel per la Pace.
Mentre la Cina punta sempre di più su robot e umanoidi (di Federica Bianchi), l’Africa fa i conti con i disastri causati dal riscaldamento globale (ne scrive Antonella Napoli dal Madagascar). E se Eugenio Occorsio analizza il momento d’oro dell’Europa che lavora all’integrazione di risparmi e investimenti, Carlo Cottarelli denuncia le lentezze italiane nello snellimento della burocrazia previste dall’Ue nel Pnrr.
Sul fronte delle nuove tecnologie, Marco Montemagno racconta i risultati delle prime ricerche effettuate dall’intelligenza artificiale senza supporto umano, mentre Claudia Bugno sottolinea che per proteggere i più giovani dai rischi nascosti nel web non bastano leggi punitive, ma bisogna investire in istruzione e in sistemi di controllo. E Massimiliano Panarari riflette sulla morte del creator francese che si è lasciato seviziare per mesi in diretta web per la gioia di spettatori sadici e disumani.
Diversi articoli, su questo numero de L’Espresso, ricordano il diritto/dovere di protestare: l’album fotografico curato da Tiziana Faraoni ci riporta alla Marcia per i diritti civili guidata da Martin Luther King nel 1963; Slavoj Žižek parla con Anna Giurickovic Dato delle violazioni continue nel mondo di oggi; Giuseppe De Marzo invita a fermare la cultura della guerra; Loredana Lipperini denuncia lo scandalo della ricostruzione mancata a nove anni dal terremoto di Amatrice; Diletta Bellotti mette in guardia contro la censura guardando alla scrittrice irlandese Sally Rooney, tacciata di terrorismo per il suo sostegno al movimento “Palestine Action”.
E L’Espresso chiude con un’anticipazione dal Festivaletteratura di Mantova, firmato dalla grande scrittrice palestinese Adania Shibli. Francesca De Sanctis annuncia gli spettacoli in arrivo a Roma per la rassegna Short Theatre, Daniele Gatti parla con Bruno Ployer di successi e progetti, Olivia Colman, fresca del remake della “Guerra dei Roses”, spiega a Claudia Catalli il segreto di un buon matrimonio. La lettera scelta questa settimana da Stefania Rossini, invece, invita a meditare sull’insaziabile avidità umana. E un brano firmato dalla giornalista Engy Abdelai porta il lettore a immaginare qualcosa che, molto probabilmente, nessuno di noi vedrà mai: la bellezza struggente delle rive del mare di Gaza.
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