Sorridente, sportiva, affiatata la cinquina del Premio Strega 2024 allarga il podio e tira a bordo un sesto finalista.
Era già successo nel 2020, quando l’esordio letterario di Jonathan Bazzi, grazie a una norma del regolamento che premia il libro di una piccola o media casa editrice se non già incluso tra i primi cinque, era stato ripescato: l’edizione fu vinta da Sandro Veronesi (“Il Colibrì), che bissò il riconoscimento. Ma nell’aria rimase ad aleggiare la voce di Valeria Parrella, che denunciava d’essere l’unica donna finalista: «Questa sestina non racconta tutta la storia della nostra editoria».
Quattro anni dopo, la foto di gruppo è perfettamente bilanciata: tre uomini e tre donne a sancire una parità di genere editoriale che non è solo retorica computazione. Ma un attestato ufficiale di ciò nel frattempo si è platealmente manifestato: l’avanzata femminile nel management editoriale e, dal 2019 a oggi, bestseller tutti scritti da autrici: Stefania Auci, Valérie Perrin, Erin Doom, Francesca Giannone.
Barometro di sensibilità e tendenze letterarie, il Premio Strega registra. E rilancia sul palcoscenico più prestigioso - il Ninfeo di Villa Giulia, finale il 4 luglio – Donatella Di Pietrantonio (L’età fragile, Einaudi), con 248 voti; Dario Voltolini (Invernale, La nave di Teseo), con 243 voti; Chiara Valerio (Chi dice e chi tace, Sellerio), 213 voti; Paolo Di Paolo (Romanzo senza umani, Feltrinelli), 195 voti; Raffaella Romagnolo (Aggiustare l’universo, Mondadori), 193 voti; Tommaso Giartosio (Autobiogrammatica, minimum fax), 126 voti.
Escluso il bel romanzo di Antonella Lattanzi (Cose che non si raccontano), che avrebbe creato non pochi problemi in casa Einaudi, con Di Pietrantonio, già vincitrice del Premio Strega Giovani e anche lei pubblicata dalla casa editrice torinese, come favorita. E pure il libro contestata dalla destra, Dalla stessa parte mi troverai (Sem), di Valentina Mira. Si ferma anche la corsa di Melissa Panarello, presentata da Nadia Terranova che ne aveva elogiato la “voce saggia di donna capace di abbracciare la bambina che non smetterà mai di portare dentro”: Storia dei miei soldi, pubblicato da Bompiani, ha ottenuto solo 79 voti.
Una finale dunque tutta tra scrittori maturi, che conoscono bene l’editoria: docenti di scrittura, voci letterarie riconosciute, conduttori radiofonici, ex finalisti: Donatella Di Pietrantonio, la favorita, torna allo Strega dopo il secondo posto del 2021, edizione vinta da Emanuele Trevi; Paolo Di Paolo è stato finalista allo Strega nel 2013 con Mandami tanta vita (Feltrinelli). Tutti protesi a esplorare le forme nuove del romanzo: un po’ di memoir e un po’ di scrittura sperimentale, con provincia e periferie come spazi dominanti.
(Foto di MUSA)