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A Nettuno i film per capire la guerra infinita tra Israele e Palestina

di Angiola Codacci-Pisanelli   19 luglio 2024

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I terroristi che si preparano al suicidio in "Paradise Now". Il soldati che rivivono il massacro di Sabra e Chatila in "Valzer con Bashir". E Natalie Portman nei panni della madre di Amos Oz. Tutti i titoli in programma al Guerra&Pace FilmFest

Per chi potrà andare a Nettuno, il Guerra&Pace FilmFest di quest’anno (XXII edizione, dal 22 al 28 luglio) sarà una full immersion nel conflitto tra Israele e Palestina, un arricchimento e una rivitalizzazione preziosi per notizie di cronaca che, dopo nove mesi di eccidi seguiti a quello del 7 ottobre, ormai non ci toccano più. Per tutti gli altri – anche per chi scrive – l’elenco dei film in programma nella kermesse, diretta da Stefania Bianchi con la consulenza di Filippo Soldi e la conduzione di Martina Riva, è una filmografia essenziale sul tema: una raccolta di titoli da cercare uno per uno tra siti di film d’autore, festival e proiezioni di nicchia.

 

L’inaugurazione è affidata a una storia dal taglio favolistico (ma ispirata a una vicenda reale) ambientata in una Gaza che sembra lontana anni luce, quella in cui ancora abitavano anche ebrei israeliani: “I bambini di Gaza” di Loris Lai è una storia di riscatto attraverso il surf, una passione che lega un bambino israeliano, uno palestinese e il loro mentore, un ex cooperante straniero che nella guerra ha perso il suo amore e la ragione di vita.

 

“Valzer con Bashir” di Ari Folman, forse il film più famoso della serie, unisce animazione e documentario per ricostruire attraverso i ricordi di soldati israeliani una delle pagine più sanguinose della guerra infinita, il massacro di Sabra e Shatila. Ne “Il tempo che ci rimane” Elia Suleiman torna alle radici del conflitto che ha la stessa età dello Stato di Israele e ripercorre la storia della sua famiglia dal 1948 al presente. “Paradise now” di Abu Assad (nella foto di apertura) mostra invece la vita apparentemente normale di due amici palestinesi che si sono offerti per farsi saltare in aria in un attacco terroristico in territorio israeliano: il film è stato candidato all’Oscar nel 2006. 

 

“Sognare è vivere” è la versione di Natalie Portman (protagonista e regista) del capolavoro autobiografico di Amos Oz, “Una storia d’amore e di tenebra”: la vita di un bambino che cresce insieme a Israele, affascinato dalla ricchezza e dalle contraddizioni dello Stato che nasce, mentre sua madre, sfuggita ai campi di sterminio nazisti, cade in una depressione sempre più cupa. 

 

“Sarah & Salem” di Muayad Alayan è la storia di un “banale” tradimento, complicata dal fatto che i protagonisti sono la moglie di un colonnello dell’esercito israeliano e un giovane palestinese, sposato e in attesa del primo figlio. È uscito a gennaio del 2023 “Good morning Tel Aviv”, documentario di Giovanna Gagliardo che mostra  24 ore della vita di una città proiettata verso il futuro – e del tutto ignara della tragedia che pochi mesi dopo avrebbe riportato l’intero Paese nella vecchia spirale di odio e di guerra.

 

In programma anche un premio per il miglior corto di guerra, una scelta di “pillole” dall’archivio dell’Istituto Luce e presentazioni di libri: dal volume di Nicoletta Bortolotti che ha ispirato “I bambini di Gaza” (Mondadori) a “Golda” di Elisabetta Fioritto (Giuntina), biografia di Meir, «la donna che fondò Israele», passando per “Vieni tu giorno nella mia notte” di Cinzia Leone (Mondadori): dove i genitori italiani di un soldato israeliano ucciso da un attentatore suicida cercano di ricostruire gli ultimi giorni di vita del figlio, scoprendo una sorprendente rete di affetti e la realtà di un Paese che mescola infinito dolore e grandi passioni.