Amici bestiali

Le "rinunce alla proprietà" che mettono a rischio gli animali domestici

di Viola Carignani   24 luglio 2024

  • linkedintwitterfacebook

Gli abbandoni di cani e gatti in estate finalmente calano, ma aumentano le rinunce. Molti proprietari si rendono conto che il cane è un peso e cercano di affidarli a qualcun altro. Eppure basterebbe poco per aiutarli

Arrivano le vacanze. Gli animali sono un problema. Negli anni passati, insieme alle ferie, c’era anche il deplorevole fenomeno dell’abbandono dei cani e dei gatti, il lancio di tartarughine nei fiumi e l’apertura delle gabbie dei pappagallini. Non esistono stime precise sull’abbandono degli animali, ma la percezione è che sia in netto calo da ormai un decennio soprattutto nelle regioni del centro-nord d’Italia.

 

Due le ragioni per cui i cani, ad esempio, non vengono più lasciati lungo le strade. Da una parte una crescente sensibilità, dall’altra la legge sempre più severa contro questo reato insopportabile. Il microchip di identificazione obbligatorio per i cani e l’anagrafe nazionale sono stati una manna dal cielo: una forma di tutela per gli animali che presto verrà allargata anche a gatti, furetti e coniglietti. Il fenomeno emergente, anche questo non quantificato con dati alla mano, è invece quello della rinuncia di proprietà dell’animale da compagnia.

 

Anche in questo caso entrano in gioco cause diverse. Da una parte i costi, sempre più alti a fronte di stipendi sempre meno adeguati, dall’altra l’errore di sottovalutare quanto un animale possa essere impegnativo.  Adottare un meticcio o acquistare un cane di razza, nella sostanza cambia poco. Tempo, denaro, seccature sono le stesse. Da qui la rinuncia della proprietà cercando chi possa adottarlo e prendersene cura. Cosa non facile. E poi i costi.

 

«I problemi imprevedibili economici e di salute, non sono da sottovalutare quando si arriva a pensare di dare via il nostro cane», ha detto Marco Melosi presidente dell’associazione dei medici veterinari italiani che lancia alcune proposte che verrebbero incontro ai proprietari: «Forme di compartecipazione pubblica della spesa, con un occhio rivolto alla prevenzione delle zoonosi e alla salute pubblica. Detrazioni fiscali, esenzione da forme di tassazione locale, convenzioni per prestazioni veterinarie primarie, azzeramento dell’Iva sulle cure veterinarie e sugli acquisti di alimenti industriali per animali da compagnia». Le idee ci sono e gli amici bestiali ringraziano.