Aimvet è al lavoro da tre anni su un documento per migliorare l'attuale sistema. «È un lavoro unico, nessuno nei paesi membri dell’Europa lo ha mai messo a punto»

Estate, tempo di appelli per donare il sangue. Sangue che non solo è un salvavita per la medicina umana, ma lo è anche in quella veterinaria. Medicina d’urgenza, chirurgia, avvelenamenti, sono molti i campi delle scienze veterinarie in cui il sangue e i suoi emocomponenti sono fondamentali. In Italia George Lubas, già professore ordinario di Clinica Medica al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa, aveva istituito nel 1994 uno dei primi centri trasfusionali per piccoli animali. Da quel momento la ricerca scientifica è cresciuta.

 

Nel 2012 è stata fondata l’Associazione Italiana Medicina Emotrasfusionale Veterinaria, Aimvet, dove circa quaranta ricercatori studiano come ottimizzare un sistema emotrasfusionale per cani e gatti che abbia un costo accessibile, che sia garante della sicurezza e della tracciabilità. Aimvet lavora da circa tre anni alla stesura di una nuova linea guida con una sua commissione costituita ad hoc, di concerto con una commissione ministeriale che, per decollare, attende un ultimo passaggio alla conferenza Stato-Regioni. «Si tratta di un lavoro unico, nessuno ancora nei paesi membri dell’Europa lo ha mai messo a punto», ha spiegato a L’Espresso il professor Lubas. «Le novità potrebbero dare slancio a linee guida europee e dare un grande beneficio a cani e gatti».

 

Infatti, con l’attuale linea guida italiana, non è possibile fare il frazionamento del sangue del cane e del gatto, perché può essere usato solo “sangue intero”, che ha una durata di appena trenta giorni circa. Gli emocomponenti permettono l’ottimizzazione del sangue donato per le cure. «Il nostro lavoro di revisione dell’attuale linea guida ha preso spunto dal Regolamento UE 2019/6 sui medicinali veterinari, che è stato recepito come Decreto Legislativo 218/2023, e di concerto con il Ministero della Salute, ci porterà a poter preparare, distribuire ed utilizzare emocomponenti di origine italiana».

 

La speranza è che questo ultimo scalino possa essere superato entro la fine dell’anno. Da quel momento saranno disponibili nuove cure per i nostri amati animali.