Ho visto cose
Sanremo, il cerchio e le botte
Per non far rimpiangere Amadeus, Carlo Conti ha messo in piedi un festival per accontentare tutti. Senza scosse. Ma la polveriera è esplosa suo malgrado
Manca poco alla sfilata sul palco dell’Ariston (dall’11 al 15 febbraio) e l’impressione generale è che Carlo Conti abbia provato a mettere in atto il cerchiobottismo nella sua forma più smagliante, senza scosse, di tutto un po'. Tanto a far esplodere la polveriera ci pensa qualcun altro.
D’altronde Conti ai colpi di testa è poco abituato, lui che ha fatto della sua conduzione una resa scenica dello spirito democristiano nel senso letterale del termine. Così il conduttore operaio che non dice mai di no, per trascinare il fardello lasciato da Amadeus, re Mida del Sanremo dei record, ha messo in atto una sontuosa par condicio, un po’ di questo e un po’ di quello, confidando, a ragione, che lo sporco lavoro l’avrebbe fatto la cronaca spicciola.
Trenta cantanti, anzi ventinove, che quelli troppo scomodi si autoeliminano. Testi senza scossoni particolari, molto amore, sole e cuore e come aveva commentato lo stesso Conti al primo ascolto, «è meglio così». Perché per i tradimenti di bassissima lega arriva come una ciliegina quel gran signore di Fabrizio Corona che ha visto lui che sposava lei ma baciava l’altra che voleva Achille, in modo che l’attesa della vigilia per il “Bella stronza” che verrà urlato nella sera dei duetti monterà come una panna fa da te. Basta compensare il tutto con i violini e Topo Gigio e se qualcuno eccederà nei toni non sarà certo colpa sua.
Infine la conduzione, tutti amici e soprattutto di tutto un po’. La comica, la star, la modella malata che diventa guerriera, la conduttrice intelligente, il cantante stiloso, l’eterna promessa, il brio e la sicurezza, così che alla fine emergere dal mare magnum risulterà a dire poco complesso, mentre Re Carlo che tornava dalla guerra verrà accolto dalla sua terra cingendolo d'allor. Persino la quota Mediaset, al netto degli Amici avrà il suo peso. Così anziché poggiarsi sulla certezza di Antonella Clerici per la serata del debutto, meglio attuare la pax televisiva con Gerry Scotti, per non scontentare nessuno. Non sia mai che il sugo diventi troppo saporito.