L’Italia e l’Europa hanno i lanciatori, ma non hanno una “politica a sostegno” dei lanci Made in Europe. I più attenti ricorderanno che l’Italia ha il primato dei lanci con Vega-C, il lanciatore di ultima generazione realizzato a Colleferro, in provincia di Roma, da Avio che nel 2024 si è aggiudicata la commercializzazione dei voli, operativa nel 2026. Per i carichi “più grandi” c’è il progetto francese di Ariane 6, che con Vega- C è simbolo della consolidata eccellenza tecnologica europea, a cui però non corrisponde un mercato istituzionale europeo strutturato e continuativo. Una lacuna che può trasformarsi in vulnerabilità critica, se letta nel contesto geopolitico attuale, in cui la capacità autonoma di lanciare e gestire satelliti – civili e militari – è sinonimo di sovranità.
Un'eccellenza vulnerabile
L’Italia ha dimostrato la sua straordinaria capacità di innovazione e cooperazione, anche col citato programma Vega. Ma le dinamiche in atto, sul tavolo della concorrenza globale, impongono riflessioni di tipo economico e politico. In vista della Ministeriale Esa, prevista per novembre 2025 a Parigi, e nel corso della quale saranno allocati gli investimenti per i prossimi 4 anni, l’industria del Lancio spaziale europeo comincia a chiedere un maggiore sostegno pubblico. Per fare un esempio pratico guardiamo agli amici Americani, che hanno destinato 14mld di dollari della US Space Force per 54 missioni spaziali. L’Europa deve trovare il modo di “rispondere a tono” per sostenere una propria spinta strutturale, evitando il rischio di dipendenza esterna e declino tecnologico.
Missioni autonome
Quello che l’industria dello Spazio chiede all’Europa è che adotti il “principio di preferenza” per i lanciatori europei. I programmi spaziali già attivi, quali Galileo, Copernicus e i satelliti Cso, raccontano di un’Europa già capace di condurre missioni autonome e strategiche. Il “principio di preferenza” consentirebbe di sostenere i vettori Ariane e Vega, al contempo stimolando l’ecosistema dei piccoli lanciatori emergenti, rafforzando il processo europeo per l’accesso indipendente allo Spazio e favorendo il circolo virtuoso di innovazione, investimenti e occupazione all’interno dell’industria Eu. Il recente rapporto Draghi sulla competitività dell’Unione Europea sottolinea l’urgenza di rafforzare la capacità industriale europea in settori chiave, e lo Space entra di diritto nella lista. Le prossime scadenze, come la conferenza ministeriale dell’Esa e il nuovo quadro finanziario europeo 2028-2034, offrono un’opportunità concreta per dare corpo a questa nuova visione.
Riuso e sostenibilità
Quello che l’industria dello Spazio chiede all’Europa è che adotti il “principio di preferenza” per i lanciatori europei. I programmi spaziali già attivi, quali Galileo, Copernicus e i satelliti Cso, raccontano di un’Europa già capace di condurre missioni autonome e strategiche. Il “principio di preferenza” consentirebbe di sostenere i vettori Ariane e Vega, al contempo stimolando l’ecosistema dei piccoli lanciatori emergenti, rafforzando il processo europeo per l’accesso indipendente allo Spazio e favorendo il circolo virtuoso di innovazione, investimenti e occupazione all’interno dell’industria Eu. Il recente rapporto Draghi sulla competitività dell’Unione Europea sottolinea l’urgenza di rafforzare la capacità industriale europea in settori chiave, e lo Space entra di diritto nella lista. Le prossime scadenze, come la conferenza ministeriale dell’Esa e il nuovo quadro finanziario europeo 2028-2034, offrono un’opportunità concreta per dare corpo a questa nuova visione.
Visione condivisa
L’Europa ha tutte le competenze per diventare protagonista nello Spazio, è tempo di lavorare ad una visione strategica coesa e coraggiosa, anche riconoscendo l’accesso allo Spazio come un bene comune da difendere e valorizzare. Le scelte che verranno fatte nei prossimi anni determineranno se l’industria spaziale europea sarà in grado di competere e prosperare o se resterà in una posizione marginale, subordinata alle dinamiche altrui. "Lanciare europeo" non è solo uno slogan: è una necessità per un settore che ambisce a restare autonomo, sicuro e tecnologicamente avanzato.