Ha qualche problema con la grammatica italiana, e qualche intoppo lo ha avuto anche con la giustizia: arrestato per collusioni con la camorra è stato poi assolto. Appassionato di politica è cresciuto accanto all’ex ministro Mario Landolfi, all’ex sottosegretario Nicola Cosentino e all’ex sindaco Gianni Alemanno. Il protagonista di questa storia è l’avvocato Giorgio Magliocca, 40 anni, casertano, classificatosi al primo posto all’esame scritto nel concorso per avvocato del Comune di Roma.
Occorre fare però un passo indietro, a marzo di due anni fa quando in uno dei padiglioni della nuova fiera di Roma vengono raccolti 170 partecipanti per il concorso a tre posti da avvocato dirigente dell’Avvocatura di Roma Capitale, la più antica avvocatura pubblica italiana, la più grande dopo l’Avvocatura dello Stato. Il concorso lo vuole nel 2011 l’allora sindaco Gianni Alemanno, che fa il bando spinto dal suo capo di Gabinetto, Sergio Gallo, nel cui ufficio lavorano due dipendenti del ruolo amministrativo: gli avvocati Paolo Valerio e , appunto, Giorgio Magliocca.
A esaminare i 170 candidati c’è una commissione presieduta dall’avvocato Andrea Magnanelli, nominato 27 mesi prima da Alemanno a capo dell’Avvocatura. Gli altri due componenti sono Margherita Gerunda, magistrato in pensione, e Nicola Sabato, dell’avvocatura comunale. Fra i 170 candidati, quei due, Valerio e Magliocca, il sindaco li conosce bene. Magliocca è di Pignataro Maggiore, un paese in provincia di Caserta. Formalmente è un anonimo impiegato capitolino, ma nel suo paese Magliocca è stato sindaco e due anni prima del concorso è stato arrestato per concorso esterno in associazione camorristica. Dopo il carcere è assolto in primo e secondo grado.
Magliocca fa politica per An e poi per il Pdl, è amico di Paolo Valerio, tanto che quando quest’ultimo vince un concorso all’Agenzia delle Dogane e lascia il Comune, Magliocca diventa il referente per l’Avvocatura del Gabinetto di Alemanno. Nonostante i guai giudiziari l’ex sindaco si lancia di nuovo in politica, tenta la candidatura nel 2013 alla Camera, ma il Pdl lo lascia fuori. Anche se sospeso dal ruolo comunale, Alemanno non si dimentica di lui e prova a piazzarlo nella spa “Risorse per Roma”. Ma l’operazione è sventata da un’interrogazione del consigliere Pd Paolo Masini. Fallito questo tentativo, e perse le elezioni comunali, Alemanno porta con sé Magliocca in Consiglio comunale alla Commissione sulla povertà, facendogli fare il segretario.
L’ex sindaco di Pignataro non si perde d’animo e partecipa a quel concorso a tre posti di Avvocato dirigente al comune di Roma. Nella domanda di ammissione non può omettere di essere coinvolto (tra indagini e procedimenti penali) in 11 inchieste giudiziarie. E a marzo 2013 si impegna nella prova scritta. Durante la correzione del suo elaborato alla commissione sfugge che l’avvocato scrive ripetutamente la parola “illeggittimo” (con due g). E poi la bella e la brutta copia risultano identiche anche negli errori, fino alle stesse correzioni, come a volersi far riconoscere. Gli altri concorrenti fanno notare che i suoi temi, ineccepibili sul piano del contenuto, riportano interi brani di sentenze decisive, trascritti parola per parola, come se avesse saputo in anticipo le tracce o se si fosse portato con sé un’intera biblioteca.
Nonostante gli errori di ortografia i temi vengono considerati eccellenti e Magliocca riporta in ognuno i maggiori punteggi. E così alla fine delle prove scritte si trova al primo posto assoluto in graduatoria con ampio margine sul secondo che risulta il suo amico Paolo Valerio.
Pochi giorni prima di questo esame, Magliocca aveva appreso l’esito non positivo di un altro concorso comunale, quello per funzionario, qualifica ben più abbordabile di quella per l’Avvocatura, al quale l’ex sindaco è giudicato con il minimo del punteggio. Molti avvocati candidati ipotizzano brogli e per questo presentano esposti e denunce. Il concorso viene così sospeso il 20 gennaio 2014, qualche giorno prima di iniziare gli orali ai quali sono stati ammessi 17 candidati. E tre mesi dopo arriva l’annullamento perché il presidente della commissione Magnanelli aveva tenuto nella sua stanza gli elaborati concorsuali in violazione del regolamento.
A questo punto Magliocca ed altri impugnano al Tar l’annullamento. Il collegio chiamato a giudicare il ricorso è composto dai casertani Luigi Tosti e Salvatore Mezzacapo, e da Elena Stanizzi, compagna dell’ex ministro del Pdl Francesco Nitto Palma, dà ragione a Magliocca e obbliga a proseguire con le prove orali che stabiliranno i tre nuovi avvocati di Roma Capitale.