Mattarella: "È intollerabile l'indifferenza sulle morti sul lavoro. Le famiglie stentano, i salari sono insufficienti"

Il presidente della Repubblica, a Latina, a due giorni dal primo maggio: "Gli stipendi bassi incidono anche sul calo demografico. Equità anche per i migranti, si rispetti l'articolo 36 della Costituzione"

A due giorni dal primo maggio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lancia un monito su “una piaga”, quella delle morti del lavoro, “che non accenna ad arrestarsi e che nel nostro Paese ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vittime, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione”. Per il capo dello Stato, che ha visitato a Latina l’azienda BSP Pharmaceuticals Spa, “non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione. È evidente che l’impegno per la sicurezza nel lavoro richiede di essere rafforzato”. I dati di questa “piaga” parlano chiaro: solo nei primi due mesi del 2025 sono morti almeno 138 lavoratori, nel 2024 ne sono stati 1.090 (il 4,7 per cento in più rispetto all’anno precedente). L’ultima vittima ieri, 28 aprile, quando a perdere la vita è stato un camionista nella cava di marmo a Miseglia, in provincia di Massa Carrara.

 

Il lavoro, ha continuato Mattarella, “non può consegnare alla morte, ma sia indice di sviluppo, motore di progresso, sia strumento per realizzarsi come persona. Il lavoro non può separarsi mai dall'idea di persona, dall'irriducibile unicità e dignità di ogni donna e di ogni uomo. Nessuno deve sentirsi scartato o escluso. La Repubblica - ha ricordato - è fondata sul lavoro”. Parlare di sicurezza del lavoro, per Mattarella, non è solo contare vittime e feriti ma anche affrontare “le questioni salariali” che sono “fondamentali per la riduzione delle diseguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall'innovazione, dal progresso. Tante famiglie non reggono l'aumento del costo della vita. I salari insufficienti”, ha denunciato, “sono una grande questione per l’Italia”, che “incidono anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro”.

 

Da Latina il capo dello Stato ha anche ricordato come la difesa del lavoro sia un compito universalista, e non solo per i cittadini italiani: “Il trattamento dei migranti, con salari che secondo l’Oil risultano inferiori di un quarto rispetto a quelli dei connazionali, se non con fenomeni scandalosi come il caporalato, va contrastato con fermezza. Il carattere della nostra società è a misura della dignità della persona che lavora, anche per rispettare l'articolo 36 della nostra Costituzione”.

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