Israele non vuole saperne degli appelli che arrivano da più parti - l’ultimo è stato quello della Croce Rossa internazionale - affinché permetta l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Nella notte appena trascorsa, quella tra il primo e il due maggio, una nave della Ong Freedom Flotilla, che si batte per forzare il blocco israeliano, è stata colpita da droni e ha preso fuoco in acque internazionali al largo di Malta, dove si stava recando per poi salpare verso Gaza. Sulla Conscience - questo il nome dell’imbarcazione - da Malta si sarebbe dovuta imbarcare anche Greta Thunberg, che dal 7 ottobre del 2023 insieme alla lotta contro il cambiamento climatico ha unito anche quella per i diritti del popolo palestinese. L’attivista, quando l’imbarcazione è stata colpita dai droni israeliani, non era a bordo della nave, su cui si sarebbe dovuto salire anche il colonnello in pensione dell’esercito americano, Mary Ann Wright. La missione, ha affermato la Ong in una nota, non era stata annunciata per evitare azioni di sabotaggio. Sulla nave, si legge in una nota del governo maltese, c'erano "12 membri dell'equipaggio e 4 passeggeri", ma "non sono state segnalate vittime".
L'allarme della Croce Rossa
Sul blocco degli aiuti umanitari imposto da Israele, l’ultimo appello è stato quello della Croce Rossa internazionale, secondo cui Gaza è “sull’orlo del collasso totale”. Se “i rifornimenti di soccorso non riprenderanno immediatamente, il Comitato internazionale della Croce Rossa non avrà il cibo, i medicinali e i beni essenziali di cui ha bisogno per continuare molti dei programmi che gestisce a Gaza”, ha affermato il Cicr in un comunicato. “I civili a Gaza affrontano una lotta quotidiana schiacciante per sopravvivere ai pericoli delle ostilità, far fronte a continui sfollamenti e sopportare le conseguenze della privazione di assistenza umanitaria urgente".
“Questa situazione non deve e non può aggravarsi ulteriormente”, ha dichiarato Pascal Hundt, vicedirettore delle operazioni del Comitato internazionale della Croce Rossa, affermando che, in base al diritto internazionale umanitario, “Israele ha l'obbligo di utilizzare tutti i mezzi disponibili per garantire che i bisogni primari della popolazione civile sotto il suo controllo siano soddisfatti”. “Se il blocco continua, programmi come le cucine comuni del Cicr - che spesso forniscono l'unico pasto giornaliero che le persone ricevono - potranno funzionare solo per poche settimane”, ha prospettato il responsabile. “Il diritto internazionale umanitario è chiaro: il personale e le strutture mediche devono essere rispettati e protetti in ogni circostanza”, ha dichiarato il responsabile Cicr. “Gli aiuti devono poter entrare a Gaza. Gli ostaggi devono essere rilasciati. I civili devono essere protetti”, ha sintetizzato Hundt. “Senza un'azione immediata, Gaza sprofonderà ulteriormente in un caos che gli sforzi umanitari non saranno in grado di mitigare”, ha concluso.
31 morti negli ultimi raid su Gaza
Intanto i raid continuano incessanti anche sulla Striscia. Secondo al Jazeera, sono almeno 31 le vittime degli attacchi delle ultime ore, quando è stato colpito anche campo profughi di Bureij. E sugli obiettivi della guerra si è aperto un nuovo fronte di scontro tra l’esercito israeliano e il premier Benjamin Netanyahu, con l’Idf che, secondo quanto riferisce il Times of Israel, punterebbe innanzitutto alla restituzione dei 59 ostaggi ancora detenuti da Hamas, mentre per il primo ministro l’obiettivo è la “vittoria” sul movimento palestinese. Certezze non si hanno neanche sul numero preciso di ostaggi. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto di aver appreso recentemente che sarebbero ancora in vita in meno di 24.