Grecia, continuano le grandi privatizzazioni. Aeroporti ceduti a una compagnia tedesca

Il governo di Tsipras ha dato ordine di vendere 14 scali. Nonostante le critiche interne il premier vuole lanciare dei segnali positivi alla Germania. Per convincere i tedeschi che valga la pena aiutare il suo Paese 

Il governo greco ha approvato la vendita di 14 aeroporti regionali - tra cui quelli di Creta, Mikonos e Santorini - alla Fraport, società tedesca che gestisce anche l'aeroporto di Francoforte.

L'operazione è costata complessivamente 1,23 miliardi di euro ed era già stata varata lo scorso anno dal governo filo-europeista di Antonis Samaras. La Fraport era stata individuata come “investitore privilegiato” per concessioni di 40 anni sugli scali locali. Il passaggio di proprietà, però, non era andato subito in porto. Appena Tsipras era diventato premier, infatti, aveva ordinato il blocco di tutte le privatizzazioni per lanciare un segnale di forte discontinuità con il suo predecessore.

Un mossa che era stata considerata di grande coraggio e di sfida, ma che non ha trovato continuità. I tempi sono infatti cambiati e il premier greco, dopo avere fallito nelle trattative nonostante la vittoria al referendum, ha cambiato le sue posizioni e i suoi obiettivi, rendendosi conforme al volere dei creditori di tagliare la spesa e privatizzare il settore pubblico.

In cambio del piano di aiuti di 86 miliardi di euro che la troika gli ha proposto, Tsipras ha promesso di applicare in breve tempo le direttive comunitarie. Per sbloccare nuovi finanziamenti ha dato il via libera ad un imponente programma di vendita degli asset pubblici. Ed il primo atto è proprio quello di cedere gli aeroporti alla Fraport, cosa che il Ministero dell'economia ellenico ha stimato possa garantire 1,4 miliardi di investimenti stranieri.

Ma che cosa ottiene la Grecia in cambio di queste privatizzazioni? Oltre agli 1,23 miliardi derivanti dalla vendita, che dovranno essere immediatamente utilizzati dal governo per rispettare le scadenze economiche che incombono sul Paese (entro domani deve saldare 3,2 miliardi di euro alla Bce) la Banca Centrale europea concederà al Ministero delle finanze ellenico di allentare i controlli sui capitali imposti lo scorso giugno, quando sembrava che la Grexit fosse imminente. Ai greci sarà nuovamente possibile trasferire denaro all'estero, sia pure con forti restrizioni. Essi non potranno effettuare bonifici di importo superiore ai 500 euro al mese e le banche avranno un limite al numero di pagamenti all’estero da potere autorizzare. Chi ha figli che studiano all'estero, invece, potrà garantire loro 8mila euro ogni trimestre.

Le reazioni alle privatizzazioni degli aeroporti non si sono fatte attendere. Le critiche sono arrivate soprattutto dall'ala intransigente di Syriza, capeggiata da Panagiotis Lafazanis. Il leader dei dissidenti ha promesso di volere ridisegnare un futuro diverso per la Grecia, ostacolando il governo nel rispettare gli impegni presi con la troika. Missione, questa, che risulta però essere estremamente difficile, perché i parlamentari a lui fedeli sono soltanto 44 su un totale di 300. Tsipras può contare inoltre dell'appoggio dei partiti delle opposizioni filo-europeiste della Nea Demokratia, del Pasok e del Potami, godendo dunque di una tranquilla stabilità governativa.

Il principale sostenitore delle nuove posizioni del premier è, invece, il suo ex grande nemico Wolfgang Schaeuble. "Gran parte della misure più importanti, questa è la novità, sono già state approvate dal parlamento greco", ha detto rivolto al Bundestag. "Il cambiamento è evidente, tangibile, qualcuno ha detto che sembra un altro mondo". Schaeuble ha anche ricordato che Tsipras aveva promesso ai suoi elettori che si potessero evitare sacrifici e riforme, che sono invece "inevitabili". Adesso "deve fare il contrario di quello che aveva promesso", ha affermato in un altro passaggio del suo intervento. A seguito di esso il parlamento tedesco ha approvato con larga maggioranza il piano di aiuti. 

Nonostante la sua iniziale intransigenza, Schaeuble ha spinto per concedere ulteriori aiuti ad Atene per evitare una rottura tra Berlino e il Fondo Monetario internazionale, che vuole scongiurare il passaggio della Grecia sotto l'influenza russa che potrebbe avvenire in caso di Grexit. Per questo il Fondo è favorevole alla ridiscussione del debito greco e fa pressioni su Berlino perché ammorbidisca le sue iniziali posizioni di austerità. 

Non tutti i tedeschi sono però d'accordo. Una crescente opposizione interna al Bundestag vorrebbe impedire che la Germania concedesse ulteriori aiuti ad Atene. Oltre ai tradizionali partiti avversi alla maggioranza – la sinistra della Linke e la destra di Alternative fuer Deutschland – ad opporsi all'erogazione di nuovi fondi si sono schierati 56 deputati della maggioranza dei partiti Cdu e Csu. 

A tranquillizzare i tedeschi è però intervenuto Tsipras con la cessione degli aeroporti alla Fraport. Una mossa, questa, che dà credito alle parole di Schaeuble e segna l'inizio di un nuovo capitolo nelle relazioni greco-tedesche. La Grecia vende alla Germania, che a sua volta concede aiuti per evitarne il fallimento. E la fuga verso Mosca tanto temuta da Washington.

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